Cominciano a delinearsi i temi della campagna elettorale. Il centrodestra è vicino ad un accordo sul programma. Il centrosinistra deve ancora risolvere i problemi delle alleanze. La coalizione che ha in Giorgia Meloni la vera front runner ha fatto molti passi avanti sui contenuti che saranno ufficializzati la prossima settimana. Dalle bozze emerge una netta scelta internazionale saldamente ancorata all’atlantismo e all’Europa. Salvini ha già messo sul campo il tema dell’immigrazione, andando a Lampedusa. Rivendica il Viminale per la Lega e chiede che i nomi dei ministri dell ‘Economia e degli Esteri siano fatti prima del voto. Una richiesta che rimane pressochè inascoltata dal resto della coalizione. Berlusconi si chiama fuori da ruoli istituzionali e sembra voler lasciar spazio ad altri e ritagliarsi lo spazio di padre nobile della coalizione.
Meloni sfida il centrosinistra a un confronto non su pregiudiziali e demonizzazioni ma su contenuti concreti e delinea una serie di temi: i giovani devono essere coinvolti e valorizzati, no a bonus e reddito di cittadinanza; le tasse vanno tagliate, niente patrimoniale, la concorrenza deve valere anche per i grandi gruppi concessionari dello Stato, nessuna svendita di pezzi d’Italia. Mentre Salvini si azzarda a dire che la Lega sarà il primo partito del centrodestra, Meloni ricorda la regola concordata: chi prende più voti indicherà il premier.
Nel centrosinistra il tormento continua. Letta fa gli ultimi tentativi per ricucire con Sinistra italiana ed Europa Verde, mentre Calenda è irremovibile sull’accordo raggiunto e che esclude qualsiasi accordo con chi non ha votato la fiducia a Draghi.
Conte continua a coltivare il sogno di uscire dall’0isolamento sperando in un’allenza dell’ultimo minuto con Fratoianni e Bonelli, oprazione che si annuncia difficile.
Irritato, isolato ma combattivo com sempre Renzi critica Calenda e si prepara ad una campagna elettorale difficile sperando di poter intercettare i delusi di Forza Italia.