Al centrodestra, con la leadership di fatto di Giorgia Meloni, si contrapporrà un centrosinistra guidato da Letta e Calenda. Alla fine i due leader, dopo giorni di tira e molla, si sono messi d’accordo. 70% delle candidature nei collegi uninominali al Pd, 30% ad Azione, scomputati i collegi che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. Renzi aspetta di vedere se Sinistra Italiana e i Verdi europei resteranno nel campo largo o se usciranno prima di decidere se fare quadrato con Pd e Azione o puntare a intercettare consensi dell’area moderata.
L’intesa provoca un contraccolpo immediato. Fratoianni e Bonelli non vogliono essere trattati come partiti residuali della coalizione e chiedono un incontro al segretario del Pd per capire se possono ancora far parte del campo largo. Si vedranno oggi. Intanto rimane l’incognita Renzi. Il leader di Italia Viva è un abile tattico. Anche stavolta ha cercato di posizionarsi in attesa di capire bene le mosse degli altri per poi decidere.
Se usciranno dal campo largo Renzi potrebbe essere tentato di entrare nell’alleanza Letta-Calenda. Se invece Fratoianni e Bonelli resteranno con Letta e Calenda, Renzi potrebbe d spostarsi al centro per cercare di intercettare consensi nell’area moderata. Tra l’altro la candidatura di Di Maio nelle liste Pd potrebbe essere molto indigesta per Renzi.
La scelta di Calenda e Letta provoca una netta presa di posizione di Giorgia Meloni: “L’alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall’europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo”
Toni stizziti da parte di Giuseppe Conte: “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata”. Perplessità sull’alleanza Pd-Azione anche da parte di Clemente Mastella “Dal millepiedi al bipide, dall’alleanza arcobaleno a quella giallorossa, con queste premesse credo sia difficile e complicato aspirare al governo del Paese. Mai visto nella mia esperienza che i leader anziché misurarsi anche nel territorio vanno tranquillamente nei posti di capilista al proporzionale.
Il centrodestra continua intanto a scrivere il programma comune e da oggi si occuperà delle candidature nei collegi uninominali.