Approvare un modello di guida turistica nazionale e non regionale rischia di non promuovere pienamente il Paese in tutte le sue caratteristiche. Potrebbero venire a mancare le adeguate competenze e conoscenze territoriali, oltre ad andare contro i principi europei della tutela del consumatore e della corretta illustrazione del patrimonio culturale.
“L’Italia ha un immenso patrimonio culturale e diffuso, ma solo quando si incontra con le tradizioni e le specificità proprie di ciascun territorio diventa unico al mondo. Un visitatore, per esempio, può innamorarsi a prima vista di Venezia, ma soltanto dopo aver ascoltato una guida locale potrà capire l’importanza che la Serenissima ha avuto nella storia”. Lo sostiene Roberto Dal Cin, presidente di Confapi Turismo.
“Accettare la guida nazionale – aggiunge Dal Cin – sarebbe come accettare l’idea che tutte le etichette dei vini, prodotti nei vari territori, vengano sostituite con un’unica etichetta recante la scritta ‘vino nazionale”. Il turismo ha bisogno invece di eccellenze professionali e non di guide senza denominazione di origine garantita e controllata. “Come Confapi Turismo – conclude – ci auguriamo che il Governo dimostri responsabilità e non decida di gettare dalla torre la figura della guida turistica”.