lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Il servizio sanitario e gli agguati dei virus

De-virusizzazione dell’economia. Potremmo chiamare così questo momento congiunturale che vede alcuni indicatori del nostro sistema a livello che suscita grandi ottimismi. Ed è senz’altro merito anche di politiche corrette del Governo Draghi, che ha saputo orientare decine di miliardi verso la tenuta dei due fondamentali essenziali, debito pubblico e PIL, verso la tenuta post-pandemica.

Ma l’Italia consolida una ripresa economica grazie all’allentamento (mondiale) delle restrizioni create dalla pandemia che ci ha purtroppo colpiti a tradimento. E qui gli elogi alla politica si fermano, nel ribadire che la prova va a favore di chi predicava di non essere esagerati in chiusure e superflue restrizioni all’imprenditoria del settore turistico e commerciale.

Si ricomincia -grazie alla medicina e a scienziati che lavorano nell’ombra e senza inutili e panicistici proclami- a girare, guadagnare e spendere.

Le basi degli studi di questa bella materia non sono mutati nel tempo.

Molto banalmente, se limiti l’attività di impresa, soprattutto turistica, con le mascherine e i green pass sulle piste da sci o al mare, sei fuori dalla storia e dalla logica. Se lo fai nei locali al chiuso, sei saggio, ma devi consentìre in tal modo l’apertura costante e con prudenza.

I nostri operatori turistici esultano e non devono avere già paura delle stagioni che verranno.

Leggo di varianti già “pronte”, come se esse usassero il preavviso. Come ogni anno, l’influenza ci sarà anche questo autunno, e non deve essere per forza chiamata Covid. Non diamo la paternità a questo mostro che, grazie ai vaccini e alle cure giuste, ormai è quasi sconfitto. Il nuovo governo dovrà avere però come priorità assoluta il controllo del sistema sanitario, che non risulta ancora sufficientemente attenzionato dalle spese effettuate e programmate. Non abbiamo né nuovi ospedali né ampliato i posti in quelli esistenti, soprattutto al sud.

Così concediamo pericolosi vantaggi ai virus e alle malattie, comunque siano denominate. Senza allarmi, per favore, ma nelle agende di tutti i partiti questo deve essere il primo, rassicurante impegno.

* Docente di Diritto dell’economia – Università di Cassino

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