domenica, 22 Dicembre, 2024
Politica

Draghi costretto a lasciare dalla fiducia-beffa

Si chiude nel modo meno nobile la vita della peggiore legislatura degli ultimi decenni. 3 Governi con tre diverse maggioranze in cinque anni e poi una crisi-pagliacciata come atto finale.
Draghi non aveva alcuna intenzione di restare a palazzo Chigi a tuti i costi. Il centrodestra di governo invece di far ricadere la responsabilità della crisi sui 5Stelle -ormai dilaniati da contrasti insanabili- ha offerto una ciambella di salvataggio a Conte imitando la sua mossa di non partecipare al voto. La sinistra mostra preoccupazione e dispiacere. La rottura con il M5s sembra essere definitiva. Ma perdere per strada Conte non è poi un così grave salasso per il campo largo di Letta che potrò guardare di più al centro. Giorgia Meloni, da sempre all’opposizione, vede accodarsi alla sua linea anche Salvini e Berlusconi. Ora ciò che conta è ridurre al minimo i tempi per il voto e fare in modo che a metà ottobre un Governo sia in carica per gestire l’autunno più difficile della nostra storia repubblicana.

Draghi aveva chiesto ai partiti di pronunciarsi con chiarezza. E per tutta risposta Forza Italia e la Lega hanno seguito l’esempio del M5S: invece di dire si o no hanno preferito non partecipare al voto. Se ne sono lavati le mani. E lo hanno fatto senza far dimettere prima i loro ministri e sottosegretari. Uno spettacolo davvero raccapricciante che getta un’onta sui protagonisti di questa pantomima, iniziata la settimana scorsa col voto bipolare del partito di Conte: alla Camera aveva votato la fiducia e al Senato era uscito dall’aula. Ed era stato sbeffeggiato da quelli che ieri hanno fatto come lui.

Si chiude così nel modo meno nobile la vita della peggiore legislatura degli ultimi decenni. 3 Governi con tre diverse maggioranze in cinque anni e poi una crisi-pagliacciata come atto finale.

Draghi non aveva alcuna intenzione di restare a palazzo Chigi a tutti i costi e lo ha fatto capire spiegando, soprattutto a Lega e 5S quali erano le loro richieste che non avrebbe potuto accettare.

Il centrodestra di governo invece di far ricadere la responsabilità della crisi sui 5Stelle -ormai dilaniati da contrasti insanabili- hanno offerto una ciambella di salvataggio a Conte imitando la sua mossa di non partecipare al voto. Così Conte non potrà essere accusato di aver fatto cadere Draghi e potrà sperare che il dissenso interno non esploda con un’altra scissione. Insomma un bel capolavoro per Berlusconi e Salvini. Che ora cominciano a fare i conti con i loro dissensi. La Ministra di Forza Italia, Gelmini, lascia il partito in forte polemica. Vedremo che succederà nella Lega.

Giorgia Meloni si gode lo spettacolo: è l’unica che è stata sempre all’opposizione in questa legislatura ed è l’unica che chiede da tempo elezioni anticipate. La sua coerenza le ha fatto guadagnare molti consensi

La sinistra mostra preoccupazione e dispiacere. Ma infondo la rottura con il M5s ormai sembra essere definitiva. Perdere per strada Conte non è poi un così grave salasso per il campo largo di Letta. Soprattutto la rottura con Conte aiuta a rafforzare la componente del centro che guarda a sinistra e che potrebbe tentare di coronare il sogno di Renzi, Calenda e altri di coinvolgere Draghi in un ipotetico scenario di suo impegno politico.

Ora ciò che conta è ridurre al minimo i tempi per il voto e fare in modo che a metà ottobre un Governo sia in carica per gestire l’autunno più difficile della nostra storia.

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