Non accennano a diminuire le polemiche sull’opera di Salvatore Scuotto che ritrae l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, armato di pistola giocattolo, mentre spara a due migranti africani in versione zombie.
L’artista ha spiegato di aver voluto rappresentare il segretario della Lega come un bambinone che gioca ad un videogame popolato da fantasmi, ma il senatore non ha gradito (“è istigazione all’odio e alla violenza.
Non vedo l’ora di tornare a Napoli per ammirare i fantastici Presepi tradizionali, non queste porcherie”, ha scritto sulla propria pagina Facebook) ed ha incassato anche la solidarietà del suo successore al Viminale, Luciana Lamorgese.
L’ex direttore del Madre, il Museo per l’arte contemporanea di Napoli, Eduardo Cicelyn, laureato in filosofia, giornalista professionista e organizzatore e curatore di diverse manifestazioni dedicate all’arte contemporanea, non nasconde le proprie perplessità.
Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Che idea si è fatto della scultura “dedicata” a Matteo Salvini?
“È una cosa brutta, che ho qualche problema a considerare una scultura”.
La libertà di espressione di un artista può essere soggetta a dei limiti?
“Non credo che sia qui in questione la libertà di espressione. Io la penso come Roland Barthes. Credo che lo stile sia la morale del linguaggio. Qui c’è carenza di linguaggio e dunque di morale”.
In tempi come quelli di oggi, pieni di odio e rancore, è giusto provocare attraverso l’arte?
“A me pare che se c’è qualcuno in Italia che eccelle nel seminare odio e rancore questi sia Salvini. E credo che, nel suo piccolo, l’ideologia salviniana sia più performativa di una qualsiasi presunta opera d’arte. Ripeto che l’arte ha senso e forse messaggio se funziona e stimola reazioni il suo dispositivo linguistico. Non è quel che si vuole mostrare ad aver significato in arte, benché il come lo si fa possa qualche volta, nei casi davvero esemplari (penso fra i tanti al Guernica di Picasso), risultare efficace quando riesce a cambiare il punto di vista e il sentimento delle persone. L’arte visiva opera per sovvertire i punti di vista più comuni e dominanti.
Il salvinismo e l’antisalvinismo non sembrano temi così potenti da definire un serio campo d’azione per l’arte”.