giovedì, 19 Dicembre, 2024
Società

30° anniversario della Confederazione europea delle PMI

A Bruxelles è stato celebrato il 30° anniversario di European Entrepreneurs Cea Pme, la Confederazione europea delle Pmi che raccoglie rappresentanze di 33 Paesi, 2,1 milioni di imprese e 18 milioni di dipendenti.

Il presidente della Confederazione, Maurizio Casasco, ha dato il benvenuto a numerosi ospiti, tra i quali Antonio Tajani, presidente Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo, Nicola Beer e Rainer Wieland, vicepresidenti del Parlamento europeo, Stefano Mallia, presidente del Gruppo datoriali del Cese, il Comitato economico sociale di cui Casasco in rappresentanza di Confapi fa parte, Cècile Billaux della DG partenariati internazionali e tanti altri in rappresentanza delle direzioni generali della Commissione.

Nel corso della serata, così come nel Board della Confederazione che si era svolto nella mattinata, tutti gli interventi si sono focalizzati sulla necessità di rafforzare la voce delle Pmi in Europa che, pur rappresentando il 99,8% di tutte le aziende dell’UE, il 52% del valore aggiunto e il 64% degli occupati, troppo spesso non trovano la giusta corrispondenza alle loro istanze.

Tajani ha ribadito la necessità di una politica industriale europea per far fronte al caro energia, facilitando l’accesso al credito e inserendo un tetto al prezzo del gas. Maurizio Casasco, che nel pomeriggio aveva incontrato anche l’Ambasciatore Pietro Benassi, rappresentante permanente dell’Italia presso l’UE, e Stefano Pisotti coordinatore delle politiche economiche presso la Rappresentanza, ha sottolineato che troppo spesso l’agenda europea non è quella che chiede l’intero sistema delle Pmi.

“A fronte del fatto – ha affermato Casasco – che, anche secondo il report 2022 della Commissione europea, il 90% delle Pmi ha investito in innovazione dimostrando così di comprendere il vantaggio della transizione digitale ed ecologica, non possiamo essere soffocati da una burocrazia fatta solo di regole, leggi e nuovi limiti. L’attuale crisi legata alle materie prime e al caro energia nonché la guerra e il quadro geopolitico internazionale rischiano di vanificare gli sforzi compiuti e richiedono anche a livello europeo risposte immediate per non rimanere schiacciati tra Usa e Cina e perdere mercati e competitività”.

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