Il Miur ha appena pubblicato l’Atto di Indirizzo, a firma del Ministro dell’Istruzione, contenente le 11 priorità politiche da attuare nel prossimo anno: tra gli ambiti di intervento da affrontare c’è anche quello, basilare, della revisione del sistema di reclutamento e formazione del personale della scuola di ogni ordine e grado. Solo che la linea di azione predisposta dal dicastero di Viale Trastevere non è risolutiva. È quanto sostiene il sindacato della scuola Anief.
“È vero che occorrono docenti più giovani e sempre aggiornati, così come un personale scolastico formato in maniera permanente per far fronte ai cambiamenti in atto, ma ci si dimentica che nel corso dell’ultimo decennio lo Stato ha già selezionato e formato oltre 100 mila docenti per rispondere alle stesse esigenze. Che fine faranno costoro – si chiede il sindacato – considerando che il sistema dei concorsi ne potrà stabilizzare solo una piccola parte? Nessun riferimento, poi, agli incrementi stipendiali, dando quindi per definitivi i modici finanziamenti attuali previsti dalla legge di bilancio, pari a 40 euro lordi in tre anni, alla mancata parità di trattamento tra personale di ruolo e precario, all’addio alle classi pollaio e ai posti in deroga su sostegno alla conferma dei diplomati magistrale in ruolo”.
Per Marcello Pacifico, segretario Anief-Cisal “serve il ripristino del doppio canale di reclutamento con il ‘travaso’ degli abilitati dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto alle GaE, attraverso le quali assorbire i precari nei ruoli sul 50% dei posti vacanti e disponibili. Per tutti loro, oggi relegati nelle graduatorie d’istituto, occorre poi attuare un vero piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato. Di questo provvedimento e di tanti altri, però, non c’è traccia tra le priorità del Miur; altro che governo del cambiamento.
Per voltare pagina sull’assunzione dei docenti nella scuola, anziché stabilizzare gli insegnanti già pronti allo scopo e che mandano avanti le nostre scuole con le supplenze annuali loro offerte in corrispondenza di ogni inizio d’anno anno scolastico, il Miur decide di virare sui nuovi concorsi. I vincitori – spiega il Ministero nell’annunciare le 11 priorità del 2019 – saranno assunti alla fine delle prove e parteciperanno a un corso di formazione in servizio. L’obiettivo che si dà l’amministrazione è quello di introdurre, senza fasi transitorie, “un nuovo sistema di reclutamento, che superi i meccanismi che in questi anni hanno portato a un precariato diffuso e anche il modello del corso-concorso”.
“Solo che – sostiene il sindacato – così facendo, non si cancellerà alcun precariato: addirittura, si avrà l’effetto opposto, perché ai vecchi supplenti storici, chiamati quest’anno a coprire oltre 150 mila cattedre con contratti a tempo determinato, si aggiungeranno i nuovi. Quelli derivanti dai concorsi pubblici in arrivo e che si metteranno, anche loro, in lista di attesa per sottoscrivere l’agognata immissione in ruolo”. “Come Anief – spiega Marcello Pacifico – potremmo anche ritenere positiva la volontà di rivedere il sistema di assunzioni oggi in atto che fa acqua da tutte le parti. Ma qualsiasi nuovo modello di assunzioni non può prescindere da alcuni punti fondamentali: il primo è quello del ripristino del doppio canale di reclutamento con il ‘travaso’ degli abilitati all’insegnamento dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto alle GaE, attraverso le quali assorbire i precari nei ruoli sul 50% dei posti vacanti e disponibili, come peraltro previsto dalla legge vigente che regola la materia; subito dopo avere inserito nelle graduatorie ad esaurimento tutti gli abilitati, oggi relegati nelle graduatorie d’istituto, occorre attuare un vero piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, al fine di coprire i crescenti buchi di posti oggi esistenti”.
“La situazione del precariato – si sostiene dall’Anief – ha infatti assunti proporzioni mastodontiche: all’alto numero di supplenze annuali da record e destinate a crescere va aggiunto il problema delle tante graduatorie esaurite, come quelle su sostegno e le discipline tecniche nella secondaria, ad iniziare dalla matematica, con il risultato che quest’anno sono state assegnate oltre 50 mila supplenze annuali sul sostegno, altre 100 mila su cattedra disciplinare. Per non palare delle 33 mila cattedre destinate alle immissioni in ruolo ed invece andate deserte, perché prive di candidati, proprio perché le GaE sono sguarnite di candidati. I quali però ci sono”-. “Ma nel piano di azione del Miur per l’anno prossimo – osserva Marcello Pacifico – non mancano solo soluzioni adeguate per risolvere il problema del reclutamento. Non c’è poi alcun riferimento agli incrementi stipendiali, dando quindi per definitivi i modici finanziamenti attuali previsti dalla legge di bilancio, pari a 40 euro lordi in tre anni che, come per tutto il personale del pubblico, non riescono nemmeno a fare fronte al costo della vita previsionale nel prossimo biennio, né a fronteggiare i 12-14 punti di inflazione certificata negli ultimi dieci anni, appena scalfiti dall’aumento del 3,48% approvato dal governo Gentiloni e ratificato lo scorso aprile”.
Anief, infine, ha indicato al Governo e al Parlamento, anche attraverso precisi emendamenti alla Legge di Stabilità presentati prima alla Camera e poi al Senato, tutti gli altri punti da attuare, al fine di migliorare l’offerta formativa scolastica e l’operato dei suoi dipendenti: dall’anticipo pensionistico con quota 96 senza svantaggi, all’Ape social per tutti gli insegnanti; dal riscatto gratuito della laurea alla stabilizzazione dei precari con 36 mesi; dall’addio alle classi pollaio e ai posti in deroga su sostegno alla conferma dei diplomati magistrale in ruolo; dal tempo pieno al Sud al ritorno ai moduli nella scuola primaria con il maestro specialista in inglese; dal ripristino dei corsi abilitanti per i docenti di ruolo all’introduzione del diritto nella scuola secondaria; dall’obbligo scolastico fino a 18 anni all’aggiornamento dell’indennità di vacanza contrattuale; dalla parità di trattamento tra personale di ruolo e precario con l’introduzione della ricostruzione di carriera comprendente tutti i periodi di supplenza all’inquadramento dei ricercatori a tempo indeterminato. (Italpress).