venerdì, 15 Novembre, 2024
Esteri

Il Lugansk in mani russe ma Kiev smentisce

Nelle ultime ore i rappresentanti del Cremlino hanno comunicato che l’intera provincia di Lugansk è ormai interamente nelle mani di Putin ma ancora una volta dalla controparte è arrivata un’altra versione, per bocca addirittura del presidente Zelensky: “Ci sono combattimenti alla periferia di Lysychansk ma la città non è completamente sotto il controllo russo”.

Kiev ammette le difficoltà ma sottolinea che sta facendo il possibile per rifornire di nuove armi le truppe in zona e poter contrattaccare a breve. Mentre le forze di Mosca potrebbero conquistare presto l’intera area di Lugansk, aumentano i bombardamenti anche sull’altra parte del Donbass che è ancora sotto il pieno controllo ucraino. Nell’attacco di oggi a Sloviansk, che assieme a Kramatorsk rappresenta i due centri nevralgici saldamente nelle mani di Kiev, sono morte almeno sei persone e una quindicina sono rimaste ferite. I missili hanno colpito uno dei mercati cittadini causando vittime fra la popolazione civile.

Anche Kharkiv, circa duecento chilometri più a nord, è stata bersagliata dal fuoco russo: tre cittadini hanno perso la vita in quello che è l’ennesimo bombardamento dell’ultima settimana sulla seconda metropoli del Paese. A Mykolaiv, invece, nel sud, sarebbe stata colpita una base di mercenari, ma in questo caso la fonte è il ministero della Difesa russo che parla addirittura di 120 stranieri rimasti uccisi nel raid.

Nessuna conferma da Kiev mentre il caso della giornata è sicuramente il presunto attacco missilistico su Belgorod, in Russia, una settantina di chilometri da Kharkiv: Mosca denuncia vittime civili e accusa l’Ucraina di avere intenzionalmente colpito la prima grande città subito dopo il confine ma le autorità di Kiev addebitano la responsabilità al Cremlino, che deliberatamente avrebbe colpito il proprio territorio per incolpare la controparte.

Se la situazione sul campo di battaglia appare sempre più complessa non ci sono schiarite nemmeno sul fronte del grano. L’unica novità odierna è il fermo, in acque turche, di un cargo russo, che secondo l’ambasciatore ucraino ad Ankara, Vasyl Bodnar, avrebbe trasportato frumento rubato dai silos ubicati sul Mar Nero. C’è “piena collaborazione – ha detto il rappresentante diplomatico di Kiev – la nave è attualmente ferma all’ingresso del porto ed è stata trattenuta dalle autorità doganali della Turchia”.

Ad accrescere la tensione internazionale, infine, ha contribuito anche il presidente Lukashenko, secondo il quale sono in atto numerose provocazioni da parte ucraina. “Tre giorni fa, forse un po’ di più, hanno provato a colpire strutture militari sul territorio della Bielorussia. Ma grazie a Dio il sistema di difesa aerea Pantsir è riuscito a intercettare tutti i missili che erano stati lanciati”. Che Kiev voglia aprire un fronte ulteriore e trascinare anche Minsk nel conflitto appare francamente improbabile.

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