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Stanziati 2Mln per quattro progetti di ricerca sul Covid

martedì, 28 Giugno 2022
1 minuto di lettura

Sono quattro i progetti selezionati da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Networking, ricerca e formazione sulla Sindrome Post- Covid”, iniziative di altissimo valore scientifico a cui sono destinati complessivamente due milioni di euro. Oggetto d’indagine, dei quattro percorsi di ricerca multidisciplinari, è la diffusione della conoscenza sul Long-Covid, con un approccio innovativo in linea con gli indirizzi previsti nel Pnrr.

Mentre l’ondata di contagi pare non arrestarsi, nonostante l’imponente campagna vaccinale della popolazione italiana abbia raggiunto una soglia di copertura di circa l’80%, infatti, l’attenzione torna alta sui pazienti che hanno contratto in passato l’infezione da Sars-Cov-2 e che, a distanza di tempo dalla guarigione, presentano sintomatologie di varia natura che necessitano di assistenza sanitaria. A puntare i riflettori sulle conseguenze di lungo periodo del Covid, spesso anche in chi non ha contratto la malattia in forma grave, è l’indagine pubblicata su The Lancet proprio in questi giorni.

Nello studio ad essere confrontati sono pazienti inglesi che in passato hanno contratto l’infezione e che oggi presentano un quadro clinico riconducibile al cosiddetto long-covid, indipendentemente dalla variante con cui sono entrati in contatto. Un dato che già era stato registrato dallo studio tedesco Epiloc, che aveva rilevato come il 20% delle persone tra i 18 ed i 25 anni riferiva una moderata compromissione del proprio stato di salute a distanza dall’infezione acuta.

Un insieme di patologie, quelle che caratterizzano i casi di post-Covid, estremamente vario: si va dalle vertigini a mal di testa, da difficoltà del sonno al respiro corto, ma anche palpitazioni e battito irregolare sino a sintomi neurologici quali ansia, stress, ipersudorazione ed ancora disturbi gastrointestinali, eritemi cutanei, dolori muscolari sino a problemi di carattere renale e disordini ematologici. Ad oggi, però, le informazioni e la ricerca su questo versante risultano ancora frammentarie e insufficienti per assicurare una risposta coordinata da parte dei sistemi sanitari nazionali per le migliaia di soggetti costretti a condizioni fortemente invalidanti.

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