Al G7 nel castello di Elmau in Baviera, il premier italiano Mario Draghi lo scandisce e anticipa il
senso del documento finale del vertice iniziato domenica in Germania: “Putin non deve vincere. Noi restiamo uniti a sostegno dell’Ucraina”. Una indicazione lapidaria che testimonia l’unità raggiunta dall’Europa con gli Stati Uniti nel sostenere il popolo ucraino e le richieste del presidente Zelensky.
“Noi siamo impegnati ad aiutare l’Ucraina per la fine della guerra della Russia, a mantenere la sovranità e l’integrità territoriale, a difendersi e a scegliere il suo futuro”, si legge nella dichiarazione finale sull’Ucraina del G7, dove si specifica che “continuiamo e continueremo a non riconoscere i tentativi della Russia di riscrivere i confini con la forza”.
“Continuiamo a condannare l’aggressione brutale, non provocata, ingiustificabile contro l’Ucraina dalla Russia, aiutata dalla Bielorussia”, prosegue il testo finale del G7. “Continueremo a coordinarci per provvedere a materiale, training, logistica, intelligence e supporto economico per istruire le sue forze armate”.
Draghi, Putin non deve vincere
“Putin non deve vincere. Noi restiamo uniti a sostegno dell’Ucraina”, ribadisce Mario Draghi dopo l’intervento del presidente ucraino Zelensky “Siamo uniti con l’Ucraina, perché se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono. Se l’Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace”.
È ancora per il presidente del Consiglio italiano c’è da parte dell’Unione un impegno forte e convinto verso le richieste dell’Ucraina. “La decisione di dare all’Ucraina lo status di candidato per l’Ue è importante per l’Ucraina ma anche per l’Unione Europea. L’Unione Europea ha mutato in modo profondo il suo atteggiamento verso i Paesi vicini, la sua strategia di lungo periodo. È un cambiamento molto importante”, evidenzia Draghi in collegamento con il presidente Volodymyr Zelensky. Draghi inoltre ha voluto tributare un saluto personale verso il leader Ucraino. “Voglio ringraziare il Presidente Zelensky”, ha detto il premier, “per il benvenuto eccezionale a Kiev”.
Le richieste di Zelensky
Il colloquio con il leader ucraino è stato il punto centrale del summit al castello bavarese di Elmau. Zelensky ha rimarcato la posizione dell’Ucraina. “Per noi è importante che ci sia una posizione coerente dei Paesi del G7 sulle sanzioni. Queste devono essere ulteriormente rafforzate limitando il prezzo del petrolio esportato dall’agressore”, cioè dalla Russia, ha scritto Zelensky su Telegram dopo aver parlato in collegamento video con i leader del G7. Questi ultimi, ha spiegato un alto funzionario della Casa Bianca, stanno prendendo in considerazione un “meccanismo che fissi un tetto a livello mondiale per il petrolio russo”.
Il fronte economico
Da Stati Uniti e altri Paesi del G7 c’è la determinazione a ridurre le entrate della Russia, comprese quelle provenienti dall’oro. “Continueremo il nostro uso mirato di sanzioni coordinate per tutto il tempo necessario, agendo all’unisono in ogni fase”, si sottolinea nella dichiarazione finale del vertice. “Rimaniamo inflessibili nell’impegno verso sanzioni coordinate e senza precedenti in risposta all’aggressione russa”, si legge ancora bel testo, “Siamo impegnati ad aumentare la pressione sul regime del presidente Putin e i sui complici in Bielorussia”.
Minaccia sicurezza alimentare
Nella nota finale del vertice il G7 inoltre attribuisce alla Russia “enorme responsabilità per le crescenti minacce a livello globale alla sicurezza alimentare a seguito del conflitto” e chiede a Mosca “di cessare urgentemente, senza condizioni, i suoi attacchi a infrastrutture agricole e di trasporto e di consentire il libero passaggio del trasporto agricolo dai porti ucraini nel Mar Nero”. “L’assalto non provocato della Russia all’Ucraina sta ostacolando la sua capacità di produzione, portando a forti aumenti dei prezzi e all’aumento dell’insicurezza alimentare globale per milioni di persone, specialmente quelle più vulnerabili”.
Linea dura, Draghi vede Johnson
Incontro bilaterale tra il presidente del consiglio italiano Mario Draghi e il premier britannico Boris Johnson, in una pausa dei lavori del G7. Johnson ieri inoltre ha insistito nel farsi alfiere della linea dura contro la Russia fra i leader del vertice G7. “Ciò che mi ha colpito in questi due giorni”, ha detto, “è la nostra straordinaria determinazione ad andare avanti uniti; al momento non c’è accordo di pace che il presidente Zelensky possa firmare, quindi, nelle circostanze attuali, i G7 devono continuare a sostenere l’Ucraina”. Il premier britannico ha poi ammesso che militarmente la situazione di Kiev è ora “molto difficile a est e sud-est”, ma non senza ripetere che le forze ucraine vogliano ancora battersi e possano “rovesciare le posizioni”.
Dagli USA nuovi aiuti militari
Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ieri ha confermato, invece, che gli Stati Uniti invieranno “sistemi di difesa avanzati”, in un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. In un briefing con la stampa americana in Germania, Sullivan ha annunciato: “Posso confermare siamo in procinto di finalizzare un pacchetto che includerà sistemi di difesa aerea a lungo e medio raggio e munizioni di artiglieria”.