mercoledì, 15 Gennaio, 2025
Politica

I giochi pericoli del M5s. Conte ha le armi spuntate

Si è cacciato in un cul-de-sac. Se Conte presenta la risoluzione, in dissenso dalla maggioranza, spacca la coalizione. Deve illudersi che Salvini accetti di fare il suo gregario e gli procuri i tanti voti necessari per farla approvare. Se la risoluzione passa, il Governo va a casa e si vota a settembre. Con grande gioia di Letta e soprattutto di Meloni che potrà maramaldeggiare su Salvini alleato di Conte….. Se la risoluzione viene bocciata, Conte deve dimettersi perchè su un tema cruciale di politica estera è andato alla guerra e l’ha persa. Il giochino di ritirare i ministri e dare un appoggio esterno al Governo si scontra con l’impossibilità di costringere Di Maio a lasciare il delicato ruolo di Ministro degli Esteri nel bel mezzo di un conflitto in Europa. Quando si travesta da movimentista Conte fa un mestiere per cui non è adatto. Questa è roba da Di Battista non adatta ad un due volte Presidente del Consiglio.

Davvero Giuseppe Conte passerà il Rubicone spaccando la maggioranza sull’invio di armi all’Ucraina? La tentazione dell’avvocato è forte. La fedelissima Castellone, Presidente dei suoi senatori, ha già pronta una risoluzione che impegna Draghi a non fornire altri mezzi di difesa a Zelensky. E questo mentre da tutti gli altri Paesi europei e dell’Alleanza atlantica l’invio di armi non solo continua ma si intensifica.

Non sappiamo quali calcoli numerici e politici alberghino nella mente di Conte.

Proviamo a immaginare. Se il M5S presenta una mozione diversa da quella della maggioranza di fatto strappa con la grande coalizione che sostiene Draghi. I casi sono due: o la risoluzione passa o non passa. Se passa il Governo cade e si va ad elezioni anticipate. Il M5S va in frantumi e Di Maio scatenerà un’offensiva senza precedenti contro l’avvocato nonostante la benedizione oracolare di Grillo.

Per essere approvata la risoluzione contiana ha bisogno almeno dei voti della Lega, oltre che di quelli di Sinistra italiana e di altre frange anti-Nato. Davvero Conte pensa che Salvini voglia portare acqua al mulino dei 5S e accodarsi a questa iniziativa per farla riuscire? Per carità, tutto è possibile. Ma che Salvini faccia il gregario di Conte, beh, questo sarebbe troppo.

Se la risoluzione non passa, Conte deve prendere atto che è andato alla guerra con di Maio e l’ha persa. E quindi deve dimettersi da presidente dei 5S. È questo che vuole?

In entrambe le ipotesi, Conte non è in condizione di obbligare il Governo a staccarsi dal resto dei Paesi europei e occidentali e smettere di fornire armi a Kiev. Se ne faccia una ragione.

Qualcuno ha ipotizzato che Conte possa ricorrere ad un bizantinismo: uscire dal governo ma restare nella maggioranza magari con un appoggio esterno. Si tratta di un’operazione che richiede la finezza della vecchia guardia democristiana e non pare proprio che Conte ne sia l’erede adeguato.

In ogni caso Conte non potrebbe mai obbligare Di Maio a uscire dal Governo. I ministri non rispondono ai segretari dei loro partiti ma al Parlamento che gli ha dato la fiducia. Il giurista Conte queste cose le sa benissimo. E allora che farà? Per ora sembra essersi cacciato in un cul-de-sac che può creargli un sacco di problemi. È la dimostrazione che quando cerca di fare il movimentista Conte fa un mestiere per cui non è adatto. Questa è roba da Di Battista non per un due volte presidente del Consiglio.

Questo giornale ha più volte dato -non richiesto- consigli a Conte che egli non ha mai stati messo in pratica. Quindi gliene diamo ancora uno, fresco fresco: lasci stare la radicalizzazione della politica. Faccia l’uomo equilibrato, esponga pure le sue perplessità sull’invio di armi ma lo faccia nell’ambito della corretta partecipazione alla maggioranza. E non scarichi sul Governo le tensioni personali che lo oppongono a Di Maio. Con un partito in declino mettersi  a fare capriole e salti mortali per attirare l’attenzione rischia di farti spaccare l’osso del collo.

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