Gentile direttore,
nel 2015 sono stato senza colpa tirato dentro in importante processo di mafia con l’accusa di concorso esterno al clan dei casalesi nel periodo in cui sono stato responsabile degli acquedotti regionali in Campania. La notizia ha avuto una certa rilevanza anche mediatica perché sono stato senatore della Repubblica italiana. Quando si ha la coscienza pulita si è sicuri che la giustizia alla fine del suo corso porterà a galla la verità, ma nel frattempo tante sono le pene inflitte anche alla famiglia, soprattutto per la gogna dell’opinione cui si è sottoposti. Dopo sette lunghi anni, finalmente è arrivata la sentenza della Cassazione e della terza sezione della corte d’Appello di Napoli che mi assolvono da una accusa infamante. La prego di voler dare spazio alla mia gioia e contribuire a restituirmi la mia dignità.
Grazie
Sen. Tommaso Barbato