Per la Confederazione Nazionale degli Artigiani, l’Unione europea ha scelto la Contrattazione collettiva per determinare i salari. Una indicazione che per la Cna segna una svolta positiva perché è un cambio di rotta rispetto al salario minimo.
L’interpretazione della Cna
“L’intesa politica raggiunta sulla direttiva europea sul salario minimo”, sottolinea la Confederazione, “recepisce le indicazioni condivise dalle parti sociali e segna un profondo cambiamento rispetto alla proposta iniziale della Commissione Europea”.
Per la Cna in particolare “la direttiva afferma la centralità della Contrattazione collettiva per determinare salari adeguati e sollecita i paesi membri a estendere la copertura dei lavoratori attraverso la
stessa contrattazione collettiva”.
Salario e contrattazione
Solo questo strumento per la Confederazione degli artigiani è in grado di garantire “non solamente un ‘salario minimo orario’, ma anche i vari istituti connessi alla retribuzione indiretta e ai diversi strumenti di
Welfare che incidono sulla capacità di spesa e sul benessere del lavoratore”.
L’accordo politico indica inoltre che gli Stati con un tasso di copertura inferiore all’80% dovrebbero promuovere un piano d’azione e una tempistica chiara per aumentare progressivamente la copertura della
contrattazione collettiva.
Convolvere me parti sociali
Altro aspetto positivo per la Cna è il fatto che la direttiva promuove il coinvolgimento delle parti sociali anche nella definizione di parametri e automatismi per stabilire il salario minimo, “confermando la
struttura del nostro sistema di relazioni sindacali”, evidenzia la Confederazione. “che si basa sulla centralità delle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative e sul loro
reciproco riconoscimento”.