Il Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, con il supporto di 26 enti e associazioni, ha lanciato il progetto “Battiamo il silenzio” per implementare politiche efficaci di tutela dei minorenni e promuovere ambienti sani e sicuri nello sport. L’iniziativa è stata presentata a Roma, presso il Centro Congressi Fontana di Trevi.
“Oggi celebriamo un importante traguardo – ha dichiarato la sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali – abbiamo elaborato un documento condiviso di policy per il contrasto agli abusi e alle violenze sui minorenni nel mondo dello Sport. È importante intervenire per isolare e punire gli autori degli abusi, ma non basta. Una volta che la violenza nei confronti di un bambino o di una bambina è stata attuata abbiamo perso tutti e l’impegno maggiore lo richiede la prevenzione”. Perché il contesto sportivo sia un luogo dove i ragazzi possano sentirsi sicuri e protetti, “è necessario sensibilizzarli e formare le famiglie e gli allenatori – ha aggiunto Vezzali – così come è importante diffondere strumenti per consentire loro di riconoscere e difendersi da ogni forma di violenza”.
“Lo slogan della campagna ‘Battiamo il silenzio’ vuole dimostrare che uniti si può sconfiggere la paura. Che solo denunciando un abuso si può impedirne la reiterazione”. In questi mesi 26 enti e associazioni hanno collaborato alla stesura di un testo contenente indicazioni chiare per tutti e necessarie a sviluppare, anche nelle realtà più piccole, un approccio comune sugli abusi nei confronti dei minori. Si tratta di una vera e propria battaglia di civiltà, come hanno ribadito la Senior Advisor della Fifa, Joyce Cook (che ha illustrato le linee guida della Fifa sulla Child Protection) e la consigliera Uefa Evelina Christillin.
“La Uefa ha seguito le orme della Fifa e da qualche mese ha focalizzato la propria attenzione con un documento in 11 punti dedicati alla tutela dei ragazzi e dei bambini attraverso delle pratiche specifiche – ha dichiarato Christillin – Questo progetto è cominciato due anni fa, quando abbiamo licenziato il testo eravamo emozionati. Ora portiamo avanti questo progetto con passione e determinazione”. Il tavolo tecnico ha visto collaborare chi ha la responsabilità di normare e chi ha la responsabilità di formare e seguire i giovani nelle realtà sportive locali.
“Fare sport, infatti, non è solo una questione di trovare i campioni, ma di imparare certe regole e il rispetto, facendo sapere ai bambini che ci sono persone a cui possono raccontare tutto” ha aggiunto l’ex atleta Fiona May, intervenuta con un videomessaggio.
Le conclusioni sono state affidate invece a Michele Sciscioli, capo del Dipartimento per lo sport: “Dobbiamo continuare a insistere sulla formazione e sulla sensibilizzazione. Battiamo insieme il silenzio che non deve essere uno stile nel mondo dello sport”.