giovedì, 26 Dicembre, 2024
Società

Atletica: Sabbatini show a Eugene, miglior 1500 italiano dall’82

Un crono così, nei 1500 metri, per un’azzurra, mancava addirittura dal 1982. Quarant’anni. Gaia Sabbatini si avvicina alla barriera dei quattro minuti con una prova tutta coraggio e sostanza nel contesto stellare del Prefontaine Classic di Eugene (Stati Uniti), terza tappa della Wanda Diamond League, nella tarda serata italiana. La teramana delle Fiamme Azzurre timbra il primato personale in 4:01.93 togliendo oltre tre decimi al 4:02.25 con cui ha sfiorato la finale delle Olimpiadi di Tokyo nella scorsa estate, ed è decima ad Hayward Field, lo stadio che tra un mese e mezzo ospiterà i Mondiali, l’appuntamento dell’anno.
Se la keniana due volte campionessa olimpica Faith Kipyegon ribadisce la propria pole position per l’oro iridato con il miglior crono mondiale 2022 (3:52.59), la 22enne azzurra allenata a Castelporziano da Andrea Ceccarelli conferma di trovarsi a proprio agio in mezzo alle più forti e si toglie la soddisfazione di essere la prima europea al traguardo e di battere l’argento olimpico Laura Muir (undicesima in 4:04.45) che ritroverà nella notte magica del Golden Gala Pietro Mennea il 9 giugno all’Olimpico di Roma. In una giornata fresca in Oregon (14 gradi) ma senza la pioggia annunciata (almeno nel momento in cui in pista c’è Sabbatini), la gara si spezza in due, con Kipyegon e l’etiope Gudaf Tsegay che fuggono insieme alla lepre, e tutte le altre concorrenti, già distanti dalle leader, che si fronteggiano per i piazzamenti migliori.

L’azzurra rimane nel cuore del gruppo, dando sempre impressione di lucidità e controllo, e poi si lancia nella volata lunga dell’ultimo giro, finendo sulla scia di molte delle big internazionali. Tolte le prime due (Tsegay 3:54.21), le altre rivali non sono più così lontane. Come non è distante il primo sub-4 in carriera, qualcosa che nella storia dell’atletica italiana è riuscito soltanto a Gabriella Dorio per tre volte:
l’ultima l’11 settembre 1982 con 3:59.02 ad Atene (il record italiano è invece il 3:58.65 di Tirrenia il 25 agosto ’82). Da allora, non si era mai corso così forte.
Stavolta mancano i ventuno metri nel peso per Zane Weir (Fiamme Gialle) e Nick Ponzio (Athletic Club 96 Alperia): 20,92 Weir (quinto), 20,87 Ponzio (sesto) sul set di un monumentale Ryan Crouser che inventa un altro lancio dei suoi oltre i ventitré metri (23,02 WL). Secondo l’altro statunitense Joe Kovacs che sarà tra i big del Golden Gala (22,49).
È una serata da ricordare per Martina Caironi (Fiamme Gialle) che si migliora di 35 centesimi e si riprende il record del mondo dei 100 metri T63 con 14.02, sfilandolo all’amica e rivale Ambra Sabatini che aveva trionfato a Tokyo con 14.11. Era stata tripletta proprio alle Paralimpiadi, è doppietta ad Hayward Field considerato il secondo posto di Monica Contrafatto (Gela Sport). 100 METRI: Doveva esserci Marcell Jacobs, assente per i guai muscolari post-Savona. Sono invece sette americani, un canadese e uno sprinter del Botswana, i protagonisti dell’attesissimo “all star game” della velocità. Quando gli uomini-jet dei 100 metri si poggiano sui blocchi, piove già da qualche minuto, la pista è umida, il vento è leggermente contrario (-0.2) e in parte i risultati ne risentono. Non sbaglia Trayvon Bromell (9.93) che precede Fred Kerley, l’unico altro velocista sotto i 10 secondi (9.98). Quindi Christian Coleman (10.04), Noah Lyles (10.05), il botswano Letsile Tebogo (10.12), l’altro junior Erriyon Knighton qui meno devastante del previsto (10.14), Kyree King (10.16), Kenneth Bednarek (10.18) e il canadese Andre De Grasse (10.21). Al femminile, Elaine Thompson-Herah non lascia scampo alle avversarie: la regina di Tokyo fulmina tutte le concorrenti con una volata da 10.79 (+0.7), imprendibile per la statunitense Sha’Carri Richardson (10.92) e la giamaicana Shericka Jackson (10.92).
Otto le migliori prestazioni mondiali del 2022 centrate al Prefontaine Classic. Già detto dei 1500 femminili e del peso maschile, cade il record della Diamond League nei 400 metri sotto i colpi di un esagerato Michael Norman (Usa), capace di sfoderare un eccellente 43.60.

È una cavalcata solitaria quella del ventunenne etiope Berihu Aregawi che nei 5000 fugge via dopo un paio di chilometri e spinge fino all’ultimo metro per agguantare il miglior crono dell’anno e la sua prima discesa sotto i 13 minuti: 12:50.05. Il mezzofondo non tradisce nel tempio di Eugene:
mondiali stagionali anche negli 800 per la britannica Keely Hodgkinson (1:57.72), nei 3000 siepi per la kazaka ex keniana Norah Jeruto (8:57.97 nono tempo di sempre), nel miglio per il norvegese Jakob Ingebrigtsen (3:49.76), padrone del Bowerman Mile.
Sontuoso anche il brasiliano Alison Dos Santos che danza tra le barriere dei 400hs in 47.23. (Italpress)

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