domenica, 22 Dicembre, 2024
Politica

Concessioni balneari. Si calmano le acque. Prelazione e indennizzi per gli uscenti

Il Governo media: i bandi a fine 2023, in caso di contenziosi un anno in più. I partiti approvano

L’accordo sui balneari trovato sul filo di lana. I bandi si faranno con alcune garanzie legali e tutele economiche per i concessionari uscenti. A trovare una sintesi i Senatori della Commissione Industria che ieri hanno ripreso l’affannoso percorso del decreto Concorrenza. Riforma chiave del Governo sollecitata dal premier Mario Draghi con una lettera ultimatum in cui si sollecitava la ripresa del confronto e l’approvazione del testo entro il 31 maggio. Il primo scoglio era il tema delle concessioni demaniali affidate ai balneatori.

La svolta tecnica

La sintesi dell’intesa prevede che ci sarà ancora un anno di tempo per metter a punto i bandi a cui tutti potranno partecipare per ottenere un tratto di concessione demaniale. Potranno naturalmente partecipare i concessionari uscenti ma anche i nuovi imprenditori. In caso di difficoltà o contenziosi per l’espletamento del bando sono concesse deroghe. Ma solo di 12 mesi, poi scatterà l’obbligo di mettere a gara le concessioni balneari. Se sorgeranno controversie, il bando si potrà fare dopo il 31 dicembre 2023. Ma ci saranno solo altri 12 mesi. Le gare, infatti, non potranno essere concluse dopo il 31 dicembre 2024. La proposta del Governo, elaborata dal viceministro al Ministero dello sviluppo economico, Gilberto Pichetto, è planata sul tavolo dei gruppi politici che alle 13.30 si sono riuniti per mettere a punto il nuovo testo.

Concessionari, le tutele

Durante l’esame molto si è discusso delle tutele e di indennizzi, in questo ultimo caso sulla “base di scritture contabili”. Escluse naturalmente dalle valutazioni i beni abusivi.

“L’autorità competente”, si fa presente nell’emendamento del Governo, “può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024”, ma fino a quella data “l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima”. La proposta del Governo prevede inoltre che l’indennizzo per le aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione venga calcolata “sulla base delle scritture contabili”, o “di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza”. L’indennizzo, è stato inoltre stabiliti, sarà “a carico del concessionario subentrante”, per “la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa”.

Dopo le tensioni l’accordo

Sui balneari “c’è un nuovo testo, abbiamo proposto piccole modifiche, la sintesi è davvero vicinissima, ci siamo, si chiude a breve”. È stata dichiarazione del capogruppo del M5s al Senato, Mariolina Castellone, al termine della riunione fra governo e maggioranza, che è parsa come l’apripista di un accordo. La Castellone ha spiegato che la commissione Industria di Palazzo Madama comincerà a votare sugli emendamenti al decreto Concorrenza.

Concessioni e debito pubblico

Il dl Concorrenza, era rimasto bloccato in commissione al Senato, nell’intrecciarsi di due argomenti politicamente divisivi,

la questione delle concessioni balneari, e responsabile di aver congelato anche la delega fiscale contropartita di un eventuale accordo sul primo, nonostante l’intesa raggiunta sul tema del catasto. Si tratta di due riforme chiave per il Governo per ottenere i fondi del Piano nazionale di Ripresa relativi al secondo semestre. Questione sollevata dal presidente del Consiglio la scorsa settimana durante un Consiglio dei ministri lampo in cui ha chiesto l’approvazione del testo – fermo da mesi al Senato – entro la fine di maggio, altrimenti sarebbe stata posta la Fiducia.

Un richiamo è giunto anche da Bruxelles che vede con allarme il crescere del debito pubblico italiano ed insiste per le riforme legate al Piano nazionale di Ripresa in modo da rilanciare alcuni settori produttivi.

A suo modo il tema balneatori era finito nel grande dibattito sul debito pubblico. Per l’Europa il demanio è fonte di guadagno per lo Stato quindi un bene da utilizzare per ridurre il deficit.

Il debito italiano infatti è tra i più alti in Europa e nel mondo, calcolato sul 150% del Pil.

La posizione dei partiti

Sulla questione delle concessioni balneari la formulazione “tecnica” è una via d’uscita dallo stallo in cui era rimasto incagliato il decreto Concorrenza. La formula trovata ieri è andata bene un po’ per tutti per mettere in salvo la maggioranza di Governo. Sui balneatori si è seguito il metodo “Catasto” un lungo tam tam di dichiarazioni critiche tra entrambi i fronti politici, di minacce di rottura, poi l’accordo con il rasserenarsi delle posizioni. Sui balneatori sono prevalse le richieste di Lega e Forza Italia che chiedono un rinvio delle gare oltre il 2023 e indennizzi più sostanziosi per le concessioni perse.

Gli altri temi

Tra le altre decisioni contenute nel dl Concorrenza il tema delle concessioni idroelettriche da rilasciare attraverso gare regionali e senza privilegi per il sistema del project financing. Per le gare relative alla distribuzione del gas, i gestori uscenti avranno più tempo (60 giorni) per fornire all’ente locale le informazioni per redigere il bando, mentre in tema di porti spetterà alle Autorità portuali il compito di affidare le concessioni dei porti in base ai criteri fissati dal MIMS (assegnazione, durata, modalità di rinnovo, limiti dei canoni). Al vaglio anche le convenzioni alle cliniche private ed i relativi criteri di valutazione, incluso il fascicolo elettronico. Infine, il tema dei nuovi poteri dell’Antitrust e l’avvio delle istruttorie.

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