Berlusconi in realtà sembra sconfessare se stesso. Il 4 aprile alla convention di Forza Italia a Roma aveva avuto parole molto dure contro la Russia e aveva manifestato piena sintonia con la linea del Governo e con la line atlantista ed europea. Ieri invece Berlusconi ha effettuato una drastica correzione di rotta nella forma e nella sostanza mettendosi in sintonia con le posizioni di Salvini, in netto contrasto con quelle di Fratelli d’Italia e del Governo guidato da Draghi.
Sulle sanzioni ha agitato lo spettro della “chiusura di centinaia e centinaia di migliaia di aziende, la perdita di tre milioni di posti di lavoro e quindi il dilagare della povertà in Italia”.
Una eventuale crisi del gas -ha detto in maniera colorita il Cavaliere- ci costringerebbe “ad andare in giro col cappotto addosso in casa e una candela in mano”.
Sulle armi Berlusconi ha usato parole forti: “Inviare armi significa essere cobelligeranti, significa essere anche noi in guerra. Se dovessimo inviarle sarebbe meglio non fare tanta pubblicità”
Ma l’affermazione più sconcertante è stata quella sull’iniziativa di pace dell’Europa che dovrebbe “far accogliere agli ucraini quelle che sono le domande di Putin.” Insomma l’invasore che ha scatenato la guerra avrebbe diritto di essere più ascoltato di chi è stato invaso…
Può darsi che Berlusconi precisi meglio il suo pensiero. Ma se dovesse essere questa la linea di Forza Italia per Draghi sarebbe un problema molto grave. Vedere allineati non solo i populisti di Conte, non solo gli ondivaghi di Salvini ma ora anche un leader come Berlusconi su posizioni più sensibili alle ragioni di Putin che a quelle dell’Ucraina e dell’Occidente è uno smacco per il Presidente del Consiglio. Che vede assottigliarsi il consenso sulla sua linea nella maggioranza mentre può contare sulla condivisione coerente del maggior partito di opposizione. Una situazione davvero incredibile.
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