domenica, 23 Febbraio, 2025
Agroalimentare

Cia-Agricoltura: l’inflazione rallenta ma per le imprese costi in crescita

L’inflazione arginata dal bonus energia ma per le imprese agricole le difficoltà non si attenuano. È la riflessione della Cia-Agricoltura sull’andamento dei costi delle materie prime e delle spese di produzione.

Energia, costi ancora alti

“Rallenta l’inflazione, grazie agli effetti del bonus energia esteso a circa 5 milioni di famiglie italiane”, osserva la Confederazione nazionale degli Agricoltori, “ma resta sempre troppo alta per cittadini
e imprese agricole, registrando ad aprile un aumento del 6% tendenziale (dal +6,5% del mese precedente). E la componente energetica regolamentata, pur frenando, segna comunque una crescita del 64,3% su
base annua (dal +94,6%).

Alimenti, prezzi in aumento

L’effetto domino dell’energia significa in agricoltura costi di produzione ancora alle stelle per serre, stalle e agriturismi, in una fase fondamentale del calendario agricolo. I prezzi dei beni alimentari accelerano al +6,1% rispetto ad aprile di un anno fa (+5% quelli lavorati e +7,8% quelli non), con conseguenze immediate per i consumatori, trascinati però dagli aumenti costanti di acqua, elettricità e combustibili (+24,7%) e trasporti (+9,7%). “E anche se la riduzione delle accise sui carburanti per autotrazione ha raffreddato un
po’ i listini del gasolio per i mezzi di trasporto (da +34,5% a +23,1%) e della benzina (da +26,4% a +13%), non è abbastanza per far rifiatare il settore primario e l’intera filiera”.

Merci, trasporti e speculazioni

Costi e logistica che non aiutano in un Paese in cui oltre l’80% dei trasporti commerciali avviene su gomma, percentuale che supera addirittura il 90% nel caso degli alimentari freschi. “Per questo, è
necessario continuare a tenere alta l’attenzione lungo la catena del valore e della distribuzione, prevedendo più risorse e interventi strutturali sui campi e lungo la filiera agroalimentare”, evidenzia Cia,
“anche per scongiurare speculazioni sui prezzi al dettaglio che né le aziende né i cittadini possono accettare”.

 

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