sabato, 22 Febbraio, 2025
Società

Giovani e senza pensione: l’altro lato dell’alternanza scuola-lavoro  

Dopo la proposta di legge popolare firmata dagli alunni dell’Istituto tecnico Antonio Tambosi di Trento datata 2018, da più parti si torna a chiedere il riconoscimento dei contributi previdenziali per tutti i ragazzi impegnati nelle attività di alternanza scuola-lavoro, in modo che gli studenti possano trarre vantaggio da questa esperienza in futuro anche sotto il punto di vista pensionistico.

Ultima, in ordine di tempo, una petizione parlamentare a firma di un’energica settantenne romana, Giuseppina Gatto che, armata di carta e penna, qualche settimana fa, ha presentato un accorato appello alle camere affinché tutti prendano coscienza delle difficoltà, aspettative e condizioni dei tanti giovani impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, oggi privi di qualsiasi riconoscimento previdenziale.

Il percorso scuola-lavoro e l’assenza di contribuzione per i giovani

Mentre le imprese che ospitano i ragazzi – o che li assumano dopo il periodo scolastico – sono esonerate dal versamento dei contributi previdenziali, parimenti i ragazzi che comunque svolgono un’attività, seppur all’interno di un percorso educativo, sono sprovvisti di ogni riconoscimento utile alla loro pensione futura. Un’ingiustizia secondo la signora Gatto, una pensionata del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, nella sua vita, ha sempre lottato perché i giovani possano tornare a essere protagonisti e creatori del proprio futuro professionale.

Da qui la proposta di istituire un apposito fondo pensionistico per tutti quei giovanissimi impegnati nei progetti di alternanza scuola-lavoro che, al pari di tutti i lavoratori, offrono i propri sforzi alla produzione industriale.

L’appello di una pensionata a favore dei giovani

 Proprio per fare in modo che i giovani diventino effettivamente il nuovo volto di un’Italia più unita e consapevole, priva di ogni forma di disparità economica e salariale, la proposta della signora Giuseppina Gatto mira all’integrazione delle giovani generazioni all’interno di un mondo del lavoro maggiormente sano ed equo.

L’istituzione della norma pensionistica, infatti, segnerebbe di certo un punto di svolta storico per il nostro Paese e aprirebbe la strada ad una nuova concezione del mercato del lavoro, volto ad un futuro equo e sostenibile. La corresponsione di semplici contribuzioni figurative, insomma, ma dal forte potere evocativo, ovvero quello di riuscire ad elevare il livello sociale e culturale di un’intera nazione, una scommessa sui giovani e per i giovai impegnati nella realizzazione dei loro sogni e del loro domani. Un futuro quantomai, purtroppo, imprevedibile.

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