domenica, 15 Dicembre, 2024
Esteri

Se la Guerra Fredda continua anche nel terzo millennio

La Guerra Fredda non è terminata negli anni ’90 con la caduta del comunismo. Sono soltanto cambiate le sue dinamiche. Attraverso strumenti economici e politici, Russia e Cina hanno continuato a rappresentare una minaccia per gli ideali e i valori democratici liberali. Gli ultimi vent’anni hanno registrato massicce operazioni russe e cinesi contro gli Stati Uniti e i suoi alleati per impossessarsi di informazioni riservate e per diffondere propaganda anti-democratica.

La società occidentale ha preferito riavvicinarsi politicamente e sfruttare le opportunità economiche senza considerare i costi a lungo termine di questo approccio. Tale desiderio ha generato un falso senso di sicurezza: che le guerre sarebbero potute essere contenute e che gli aggressori sarebbero potuti essere dissuasi dai loro piani. Dalla guerra russo-georgiana del 2008 alla presa della Crimea da parte della Russia nel 2014, al suo ingresso diretto nel conflitto siriano nel 2015 e alla sua invasione dell’Ucraina quest’anno, il presidente russo Vladimir Putin ha dimostrato ancora una volta quanto fossero imprecise e fantasiose tali presunzioni.

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, le frequenze radiofoniche, Internet e la carta stampata sono state piene di analisi sui molteplici errori di Putin. Osservazioni incentrate sul fatto che abbia compiuto passi falsi nonostante il suo passato nel KGB e il vasto apparato di intelligence a sua disposizione. Si può affermare che Putin abbia scelto di condurre questa guerra sulla base di una miriade di presupposti sbagliati, su una valutazione imprecisa della competenza e della prontezza dei suoi militari e su scarse informazioni, male interpretate o respinte (o forse tutte e tre). La Russia di Putin come minaccia agli ideali democratici non è più un’astrazione che può essere messa da parte o comunque scontata per motivi di convenienza politica. Putin sta dimostrando di essere una minaccia per la sicurezza e la stabilità mondiale; non ha nessun altro ruolo o scopo nel mondo. La guerra di Putin ha finora fallito i suoi obiettivi strategici, ma ha accelerato l’inevitabile confronto tra democrazia liberale e autoritarismo e ha diviso parte del mondo, sebbene in termini eccessivamente semplicistici, in due campi, il bene e il male.

Questa spaccatura ha influenzato l’ordine globale e le priorità. Dopo aver inviato diversi segnali contrastanti, gli USA si sono riaffermati come leader dei paesi democratici liberali che si oppongono ai crudeli regimi autoritari. Tale circostanza potrebbe favorire accordi più stretti tra gli USA e l’UE sulle loro rispettive politiche nei confronti della Cina. In termini pragmatici, gli Stati Uniti potrebbero trarre profitto da una nuova iterazione della Guerra Fredda vista la drastica riduzione del commercio e degli accordi energetici dell’UE con la Russia. Negli ultimi quattro decenni, la Germania ha mantenuto uno stretto rapporto con la Russia. La costruzione del gasdotto Nord Stream II, nonostante le limitate sanzioni e l’accondiscendenza americana dell’epoca, ha evidenziato la posizione un tempo favorevole di Berlino nei confronti della Russia. L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin ha cambiato tutto questo e la Germania si trova ora sul punto di assumere un altro ruolo di primo piano nell’UE: tracciare il futuro della regione in materia di sicurezza e affari militari.

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