Cresce il debito pubblico italiano, che si è attestato a fine marzo a 2.755,4 miliardi di euro, 18,9 miliardi in più rispetto al mese precedente.
È quanto emerge dai dati della pubblicazione della Banca d’Italia su “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
L’aumento è dovuto al fabbisogno (22,8 miliardi), che ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (6,4 miliardi, a 95,6); l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha incrementato il debito per 2,4 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 18,9 miliardi; quello delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Alla fine di marzo la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 25,5% (invariata rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,6 anni.