sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

FS in dieci anni 190 miliardi e 40 mila assunzioni

Presentato da Luigi Ferraris il Piano industriale 2022-2031

Grazie ai fondi straordinari del PNRR, il Piano industriale 2022-2031 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane assume dimensioni faraoniche e punta a obiettivi di grande profilo, a partire dalle transizioni digitali ed ecologiche. Ammontano a 190 i miliardi di euro che il Gruppo investirà nei prossimi 10 anni, che dovrebbero portare, secondo la nuova visione strategica e industriale di lungo periodo, a incrementare del 20% il numero dei treni entro il ‘31, a ridurre i tempi di percorrenza tra i capoluoghi di provincia entro il ’26; a 40.000 nuove assunzioni, ad aumentare l’elettrificazione dei mezzi (già al 70%, tra le più alte al mondo); a 2,6 twh la produzione di energia green da pannelli solari fino a copertura del 40% del fabbisogno energetico e garantire il wi-fi su tutte le tratte, per fare solo degli esempi. Ferrovie, poi, non vuol dire solo treni ma anche strade. Attraverso la consociata Anas sono previsti investimenti pari a circa 50 miliardi di euro tra sviluppo rete, manutenzione straordinaria e altre attività necessarie al completamento del piano.

“Lavoriamo per rendere le nostre infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti – ha spiegato Luigi Ferraris, Amministratore Delegato del Gruppo – e i servizi di mobilità calibrati sulle diverse esigenze dei nostri clienti. Intendiamo promuovere un trasporto collettivo multimodale e più sostenibile anche in ambito urbano, raddoppiare la quota di trasporto merci su ferrovia, contribuire alla transizione ecologica rendendo più attrattivo l’uso del treno, il mezzo più ecologico per eccellenza. Il Piano vede proprio nelle risorse umane il suo principale fattore abilitante, insieme all’innovazione, alla trasformazione digitale e alla connettività”.

La Governance riorganizzata in 4 poli

Per valorizzare a pieno le potenzialità di tutte le società del Gruppo (Rete Ferroviaria Italiana, Anas, Italferr, Ferrovie del Sud-Est) e contribuire in maniera determinante ad uno sviluppo sostenibile del Paese segnato da eventi straordinari come la pandemia e i conflitti internazionali, è emersa l’esigenza di ridefinire la governance e rivedere la struttura organizzativa in quattro poli di business, omogenei per missione e obiettivi: “Infrastrutture”, “Passeggeri”, “Logistica” e “Urbano”. Il polo Infrastrutture dovrà garantire gli investimenti, massimizzare le sinergie industriali, definire e specializzare i ruoli delle diverse infrastrutture. Il Polo Passeggeri, sviluppare una strategia sempre più focalizzata sulle diverse esigenze dei clienti; soluzioni di integrazione modale; promozione del trasporto collettivo rispetto a quello individuale; favorire politiche e soluzioni di shift modale gomma-ferro. Il Polo Logistica, consolidare il ruolo di operatore di sistema, capace di incentivare il trasporto convenzionale e intermodale sul ferro, con una gestione end-to-end di rilevanza europea anche attraverso partnership ad hoc. Il Polo Urbano, valorizzare il potenziale di rigenerazione urbana del patrimonio immobiliare del Gruppo; instaurare partnership per una sempre più efficiente gestione degli asset; garantire un presidio unitario e avere un ruolo di primo piano nei “Piani urbani di mobilità sostenibile”.
La holding svolgerà la funzione di indirizzo, coordinamento, controllo strategico e finanziario sulle capogruppo di settore, che svolgeranno una funzione di indirizzo, coordinamento e controllo operativo sulle società appartenenti al polo.

RFI e Anas insieme

La presenza di RFI e Anas nello stesso polo (infrastrutture) punta a consentire di massimizzare le sinergie industriali, garantendo piena integrazione delle infrastrutture ferroviaria e stradale. Le due società, insieme, gestiscono circa 50mila chilometri di arterie tra linee ferroviarie e strade; quasi 4mila gallerie a oltre 40mila tra ponti, sottovia e viadotti. RFI prevede, nel complesso, circa 110 miliardi di euro di investimenti tra manutenzione straordinaria, tecnologie, reti regionali, connessioni porti/interporti, direttrici di interesse nazionale (Alta Velocità/Alta Capacità), sicurezza e adeguamento, linee turistiche, città metropolitane e connessione aeroporti. Per quanto riguarda Anas sono previsti investimenti pari a circa 50 miliardi di euro tra sviluppo rete, manutenzione straordinaria e altre attività necessarie al completamento del piano. L’integrazione della società nel polo “Infrastrutture”, inoltre, sarà alla base dell’accelerazione del percorso di digitalizzazione e connettività delle strade (Smart Road). Determinante, per massimizzare le sinergie industriali, sarà anche il contributo di Italferr per progettazione e direzione lavori.

I numeri di FS

Allo stato attuale, il Gruppo può contare su oltre 82mila dipendenti, oltre 10mila treni ogni giorno, 1 miliardo di presenze annuali su treni e bus e 45 milioni di tonnellate di merci all’anno. La rete ferroviaria gestita da Rete Ferroviaria Italiana è di 16.800 km, di cui circa 700 km di rete sono dedicati ai servizi alta velocità. Il Gruppo gestisce anche una rete stradale di circa 32.000 chilometri.

Fonte foto: fsitaliane.it

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