Economia circolare dal Parlamento iniziative discordanti se non addirittura opposte. La critica arriva dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Emilio Miceli, Andrea Cuccello e Tiziana Bocchi che
sottolineano le incongruenze di alcuni parlamentari.
“Mentre si tenta di ‘chiudere’ il ciclo dei rifiuti”, sottolineano in una nota gli esponenti sindacali, “attraverso una visione unitaria dell’economia circolare, in Parlamento è stato presentato un emendamento
al ddl concorrenza, a firma l’Abbate, Pavanelli e Naturale, che va in direzione opposta favorendo la frammentazione delle imprese con il divieto, per chi gestisce la raccolta, sia del recupero che dello
smaltimento”.
Parlamento, visione sbagliata
Per Emilio Miceli, Andrea Cuccello e Tiziana Bocchi si tratta: “di un chiaro attacco all’economia circolare; è il tentativo, come per l’art.177 del codice appalti, di smembrare le società concessionarie per ridurre la loro efficienza. È una proposta”, proseguono, “che al di là delle intenzioni dei presentatori, oggettivamente favorisce quei processi di infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti finalizzati al monopolio di questo settore delicato della vita pubblica. È, ancora, un’idea che tende a liberalizzare ad ogni costo: anche a costo dell’efficienza, della qualità e della trasparenza”.
Rigettare l’emendamentoPerentoria la richiesta dei sindacati. “Chiediamo al Governo che
l’emendamento venga rigettato”, concludono Miceli, Cuccello e Bocchi, “affinché il ddl concorrenza non divenga il contenitore delle spinte peggiori e possa pregiudicare lo sviluppo dell’economia circolare”.