Non deve stupire che dopo aver raso al suolo Mariupol e mentre lancia da 70 giorni missili sulle città ucraine, la Russia si alleni anche per una guerra nucleare. Come se dovesse difendersi dalla minaccia di un devastante attacco nemico Putin si descrive e si comporta come se ad essere vittima di un’aggressione fosse la Russia e non l’Ucraina. Un ribaltamento della realtà tipico delle dittature che devono imporre al loro popolo, privato della libertà di stampa e di opinione, una verità contraffatta ma convincente. E nulla è più convincente che descriversi come vittima di soprusi altrui proprio quando si commettono le peggiori nefandezze.
È normale che questo avvenga in una dittatura. Ciò che non è normale è che ci siano persone nei Paesi liberi e democratici che credano a questo ribaltamento della realtà. Tra i tanti che si ritengono fautori di pace, ce ne sono parecchi che descrivono la Russia come una vittima dell’Occidente facendo finta di non sapere che – da quando Putin è al potere – è lui che si è “allargato” prendendosi di fatto pezzi di territori di altri Stati sovrani (Transnistria, Abkhazia, Ossezia del Sud e Crimea).
Dal 2014 ci prova con il Donbass e non ha rinunciato al sogno di conquistare tutta l’Ucraina. Niente male per una vittima.
Ma – a sentire i nostri pacificatori strabici – quelli che si sono “allargati” sarebbero i Paesi Occidentali. Che, come è noto anche ai terrapiattisti – sono rimasti ciascuno nei propri confini.
Questo scempio nell’uso della ragione porta a descrivere la Nato come se fosse la Russia: un’entità statale che “si espande” conquistando altri territori. La Nato non è uno Stato che fa conquiste ma un’associazione libera di Paesi che si mettono insieme per difendersi reciprocamente. A differenza della Russia che è uno Stato che ha teorizzato e sta praticando una conquista di territori di Paesi sovrani.
Ma questo ai nostri pacificatori strabici non interessa.
E così se Draghi chiama Putin ed esordisce dicendo: “Sono qui per parlare di pace” non viene preso in considerazione. Se invece a riempirsi la bocca con la parola “pace” è Lavrov si accendono mille candeline di speranza.
Sentire politici come Salvini e Conte usare la parola pace senza alcuna analisi di ciò che succede nei fatti è deprimente. Ed è uno spettacolo scadente anche il loro agitarsi contro le decisioni dell’Italia e dell’Europa come se a non volere la pace fossimo noi e non – invece – quelli che la guerra l’hanno iniziata e non intendono ritirare le loro truppe.
Sulla base di questa teoria, la simulazione di una guerra nucleare da parte russa è un beneaugurante messaggio di pace.
Se questo fa stare più tranquilli i nostri pacificatori strabici…
fonte foto: sito http://en.kremlin.ru/