Secondo il rapporto annuale Assobiotec-Federchimica ed Enea, le biotecnologie sono state alla base di tutte le risposte alla crisi pandemica, confermando al settore il ruolo di motore dell’innovazione nazionale, dalla diagnostica molecolare, ai vaccini e agli anticorpi monoclonali. Sulla base dei principali dati rilevati, l’industria biotecnologica italiana si conferma dunque, un comparto con una popolazione di imprese stabile, quando non in lieve crescita, caratterizzato da una forte intensità di ricerca e sviluppo e con punte di eccellenza in tutti i settori di applicazione delle biotecnologie. Il numero di imprese, dopo una lieve flessione a fine 2020, inferiore all’1% (a livello generale il calo di imprese è stato nello stesso anno più che doppio), è, infatti, tornato a crescere nel 2021 superando con 790 aziende il livello raggiunto a fine 2019.
La crescita ha interessato tutti gli ambiti di applicazione delle biotecnologie e in particolare le imprese dedicate alla ricerca e sviluppo nelle biotecnologie a controllo italiano, trainate da quelle con applicazione prevalente nelle biotecnologie industriali con un +9% di imprese fra il 2019 e il 2020. Il settore è caratterizzato da realtà di piccole e microimprese che rappresentano poco più dell’82% del totale.
Il fatturato nel 2020, anno in cui è stato massimo l’impatto dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, mostra una sostanziale tenuta, registrando rispetto al 2019 un calo del 5%, pari a meno della metà di quanto registrato dal fatturato dell’industria italiana nel suo complesso (-12%). Particolarmente significativa in tal senso è la forte e continua crescita che ha invece contraddistinto il fatturato delle imprese biotech “dedicate” a controllo italiano che ha fatto registrare un +30%.
Considerando il totale delle imprese, circa tre quarti del fatturato totale è prodotto dal settore della salute, un considerevole 17% è dato dal settore industria ed ambiente. Le imprese attive nell’ambito della salute umana continuano infatti a rappresentare la quota maggioritaria del numero totale di imprese biotecnologiche italiane. Tuttavia, si conferma la tendenza della progressiva e continua crescita del numero di imprese attive nelle biotecnologie industriali (+29% fra il 2014 e il 2021) e, soprattutto nell’ultimo periodo, di quelle con applicazioni ad agricoltura e zootecnia (+35% nello stesso arco temporale).
A livello territoriale, soprattutto le regioni del nord, si confermano polo di primaria importanza per produzione e fatturato biotech: Ma, negli ultimi anni, si registra una progressiva diffusione su tutto il territorio nazionale del tessuto produttivo del biotech con una crescita delle regioni del Mezzogiorno e del Nord Est particolarmente presenti nel settore delle biotecnologie industriali. Per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&S), le imprese del comparto “dedicate” hanno mostrato un’accelerazione nel 2020 rispetto agli anni immediatamente precedenti, con un incremento del 7% sul 2019 trainato dalle imprese con applicazione prevalente nella salute umana e nell’industria. Anche per gli investimenti in R&S biotech la crescita registrata dalle imprese dedicate alla R&S biotecnologica è stata maggiore rispetto a quella media del comparto, con un +15% nel 2020 rispetto al 2019.