lunedì, 16 Dicembre, 2024
Esteri

Se il Consiglio Onu non serve alla sicurezza del mondo

Il veto della Russia sulla risoluzione che condanna l'aggressione russa è l'ultimo paradosso di un meccanismo che va superato

Quella che viene chiamata con scriteriata denominazione ‘operazione militare speciale’ in atto in Ucraina non è altro che una scelta contro il diritto con il quale la pace non può non avere una stretta parentela.

Lo stravolgimento dei trattati internazionali da parte della Russia sta generando uno squilibrio giuridico internazionale che depriva anche la diplomazia di quei carismi del dialogo tanto necessario per tentare di fermare le armi.

Prendiamo ad esempio: il Consiglio di Sicurezza che da protagonista anche in questa situazione di crisi russo-ucraina avrebbe dovuto prendere serie decisioni per prevenire un conflitto armato al fine- come recita lo Statuto dell’ONU- di mantenere la pace e la sicurezza internazionale.

Il famigerato e discusso potere di veto di un solo membro di questo organo delle Nazioni Unite formato da cinque Stati permanenti come noto blocca ogni decisione del Consiglio frenando iniziative urgenti per ristabilire l’ordine della pace internazionale.

Tale potere andrebbe riconsiderato anche alla luce di una diversa composizione di questo fondamentale organo integrato tutt’ora da dieci membri  a rotazione biennale degli Stati aderenti all’ONU. A parte convenienze e opportunità politiche non si riescono a comprendere le ragioni per cui il Consiglio di Sicurezza non abbia il potere di procedere ad attuare proprie decisioni pur in costanza di veto di uno dei 5 membri quando tali scelte tutelino realmente il bene più prezioso del pianeta vale a dire la pace internazionale bene che in ogni caso dovrebbe prevalere sulle scelte che hanno motivato quel singolo potere di veto.

Ma tant’è. Basti pensare all’ art 33 dello Statuto Onu laddove il ruolo del Consiglio di Sicurezza è determinante per le parti di una controversia la cui continuazione sia suscettibile di mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Tali parti in conflitto “devono anzitutto perseguire una soluzione mediante negoziati, inchiesta, mediazione, conciliazione, arbitrato, regolamento giudiziale, ricorso ad organizzazioni od accordi regionali, od altri mezzi pacifici di loro scelta”.

Il Consiglio di Sicurezza, bloccato dal veto della Russia, nella situazione ucraina si è reso impotente di fronte a quella che possiamo denominare una ragion fattasi mentre sembra aver glissato sulla denominazione operazione militare speciale usata da Putin. Compito del Consiglio è dunque accertare l’esistenza di una minaccia alla pace, di una violazione della medesima o di un atto di aggressione che di fatto era palese già dal 2014. Qualora alcune primarie misure per la dissuasione dei contendenti alla guerra (interruzione relazioni economiche o delle comunicazioni e rottura delle relazioni diplomatiche) siano inadeguate, recita lo Statuto dell’ONU, il Consiglio può intraprendere con forze aeree navali o terrestri ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. (2 – continua)

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