La prima asticella, ma altre ne verranno, del Documento economico e finanziario è stata superata dal voto parlamentare. Alla Camera il documento è stato approvato con 412 voti a favore e 55 contrari. Un “no” al Def targato Draghi è arrivato dal gruppo di Fratelli d’Italia e da Alternativa.
La Risoluzione, vince il pressing
Via libera inoltre alla Risoluzione che approva la relazione del governo al Parlamento sul Def. la Risoluzione è l’annuncio di un prossimo impegno su tutto, – dagli aiuti alle famiglie, al caro energia, agli ammortizzatori sociali, Superbonus, scuola, cultura, welfare, sanità, trasporti – sostegni che i partiti chiedono e pretendono con insistenza.
Il voto positivo alla risoluzione è particolarmente importante per la maggioranza di Governo perché va verso le aspettative dei partiti di aggiornare gli obiettivi di finanza pubblica alle impreviste mutazioni dell’economia mondiale e nazionale. In questo caso i voti a favore sono stati 407, 22 i contrari, 36 gli astenuti. Fdi si è astenuta mentre Alternativa ha votato contro.
Scostamento libera tutti
Il pressing delle forze politiche sul Governo, in particolare sul premier Draghi e il ministro dell’economia Daniele Franco, ha ottenuto un primo successo almeno simbolico. La maggioranza ha trovato un cosiddetto “punto di caduta”, su riferimenti “allo scostamento di bilancio”. L’inserimento previsto nel testo indica come l’Esecutivo debba seguire e monitorare l’andamento della situazione dell’economia del Paese all’interno delle decisioni dell’Europa. In altri versi nel caso non certo improbabile, che si verifichi un “peggioramento dello scenario” economico il Governo dovrà valutare uno scostamento per “interventi” di sostegno a famiglie e imprese. Il percorso dell’accordo è stato travagliato. Nel senso che il riferimento al “peggioramento dello scenario” e di uno “scostamento di bilancio”, era stato inserito in una prima bozza.
Poi Draghi e Franco avevano ipotizzato un percorso molto più prudente con interventi legati ad una successiva verifica dei dati reali, e quindi lo “scostamento di bilancio”, non figurava più con l’intenzione di intervenire solo in caso di necessità. L’impegno invece è ritornato alla ribalta e riammesso nel testo finale, con una dicitura ancora più esplicita per l’Esecutivo. “Al fine di prevedere interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l’emergenza pandemica”, si legge nel documento, “per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina”.
Il lungo elenco di richieste
Il tema dello scollamento di bilanciò, determinerà un riposizionato dei partiti all’interno della maggioranza. Il voto per le politiche del 2023 si avvicina e i partiti avvertono già l’aria elettorale con il suo carico di proposte e soprattutto promesse. Tra le richieste che hanno avuto il via libera le ulteriori rateizzazioni per le cartelle esattoriali, l’estensione del superbonus e la prosecuzione dell’azione contro il caro-bollette. E visto che è in atto una riforma fiscale, anche nuovi interventi per contenere il prelievo fiscale.
La risoluzione chiede, inoltre, in merito agli incentivi del Superbonus anche di “allentare i limiti per la cessione dei crediti edilizi, consentendola a istituti diversi da banche ed assicurazioni”. Sul caro energia, inoltre, il Governo così come prevede la risoluzione di maggioranza al Def dovrà: “utilizzare gli spazi derivanti dalla manovra per nuove iniziative espansive disponendo ulteriori interventi per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia”, si sottolinea, “nonché mediante la revisione del sistema dei prezzi di riferimento e dei carburanti, assicurando la necessaria liquidità alle imprese mediante la concessione di garanzie anche alla luce della nuova comunicazione della Commissione n. 2022/C 131 I/01 sul nuovo quadro contemporaneo degli aiuti di Stato nonché ai settori maggiormente colpiti dalle attuali emergenze”.
I 12 impegni scritti
In tutto sono dodici gli impegni presenti nella risoluzione di maggioranza. Temi che vanno dal caro energia e si espandono agli Enti locali. Nel documento si chiede ad esempio, di “prevedere, in favore degli enti territoriali, risorse dirette a contenere l’aumento dei prezzi dell’energia anche mediante l’utilizzo di flessibilità di bilancio. Continuare a sostenere la risposta del sistema sanitario. Adeguare i fondi destinati alla realizzazione di investimenti pubblici alla dinamica imprevista dei costi dell’energia e delle materie prime sia per i lavori in corso di esecuzione che per quelli di prossimo affidamento prioritariamente con riferimento ai progetti individuati nel Pnrr”.
Green new deal, patto con l’Ue
Il Governo su indicazione della maggioranza dovrà poi “proseguire nell’attuazione del Green New Deal, conformemente agli impegni dell’Unione europea in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, così da individuare un piano industriale impiantistico del Paese, con particolare riferimento ad idonee iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a favorire la transizione ecologica, energetica e verso l’economia circolare”, si evidenza nella risoluzione, “anche ponendo in essere interventi di semplificazione e accelerazione dei procedimenti autorizzativi per la realizzazione e l’esercizio di impianti da fonti rinnovabili al fine di garantire il conseguimento e potenziamento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione fissati dal Piano nazionale integrato di energia e clima in via di aggiornamento”.
Trasporti, pesca e agricoltura
Nel testo è stato trovato spazio un po’ per tutto. Il documento impegna, quindi, l’Esecutivo ad “adottare interventi in favore del settore dei trasporti e della logistica nonché ulteriori interventi in favore del settore della Pesca e dell’Agricoltura, incrementando le risorse”, “anche al fine di indennizzare i relativi operatori della filiera colpita dalle restrizioni di ordine sanitario e alimentare”.
Scuola e cultura
I parlamentari non hanno tralasciato scuola e cultura. L’esecutivo dovrà prevedere di trovare fondi per tutto per la scuola e cultura, il potenziamento della riforma degli ammortizzatori sociali e lo sviluppo di quei progetti collegati a sanità e Welfare.
La prudenza di Draghi
Se i partiti della maggioranza ormai si mobilitano per lo scollamento che, oltre ad essere economico ha un riflesso politico non indifferente, perché va contro le intenzioni del premier Mario Draghi che sul tema ha manifestato con il ministro dell’Economia, Daniele Franco, una grande prudenza. Lo spazio di manovra finanziario non doveva superare i 6 militari in aiuti vari. Cifra che il presidente del Consiglio ha già messo sul piatto. Per i partiti e con loro sindacati e Associazioni di categoria, quei fondi sono pochi e non basteranno. Nel contempo superare la linea rossa di ciò che può essere impiegato in aiuti significa far saltare le ragioni prudenziali di Draghi che attende anche come l’Europa reagirà alla crisi e alle imprevedibili evoluzioni del conflitto in Ucraina.