sabato, 21 Dicembre, 2024
Società

Big Data: il digitale per disegnare la scuola del domani

Le informazioni raccolte dalla piattaforma Weschol in questi due anni di Dad sono alla base del progetto “Innovazione didattica: i Big Data per disegnare la scuola di domani” ideato da Fondazione Cariplo e Politecnico di Milano per uno studio del digitale nella didattica moderna. La ricerca utilizza informazioni e dati raccolti tra marzo 2019 e agosto 2021 e messi a disposizione da WeSchool in un’ottica di ampia condivisione. Lo studio ha coinvolto 1,73 milioni di utenti attivi sulla piattaforma WeSchool, di cui l’88% studenti, il 10% insegnanti, il 2% appartenenti ad altri gruppi, ad esempio genitori. L’analisi ha riguardato circa 16mila scuole di tutta Italia: il 17% scuole per l’infanzia, il 30% primarie, il 47% secondarie. In definitiva, sono stati coinvolti più di 172mila insegnanti (con età media pari a 46 anni) e oltre un milione e mezzo di studenti (che rappresentano il 17% degli studenti italiani iscritti nell’anno scolastico 2019-2020).

Sul piano della distribuzione geografica, molte sono le scuole del sud ad aver colto l’opportunità di utilizzo di WeSchool (in Sicilia, ad esempio, 2 scuole su 5 erano presenti in piattaforma). I risultati preliminari si articolano su due direttrici. Da un lato l’analisi ha approfondito le attività registrate dalla piattaforma, quali, ad esempio, la pubblicazione di post, lo svolgimento di lezioni, la somministrazione di test, la creazione di conferenze e la condivisione di materiali. Dall’altro è stata somministrata una survey agli utenti-docenti al fine di tracciare le competenze digitali maturate in questi due anni, valutare il beneficio offerto dalla didattica a distanza e dal conseguente utilizzo di strumenti digitali e analizzare le tipologie di strumenti digitali utilizzati insieme alle diverse modalità didattiche innovative per il futuro dell’attività didattica.

Secondo quanto emerge dai dati, la didattica digitale, nel giudizio del campione di 1.800 docenti intervistati, ha avuto un impatto positivo sulla comunicazione e interazione tra gli attori della scuola. L’impatto della didattica digitale sulla comunicazione dei docenti con gli studenti è valutato positivamente dal 63% del campione (contro il 19% negativo), sulle modalità di interazione con le famiglie dal 50% (vs. 23% negativo), sulla comunicazione tra studenti all’interno della classe dal 45% (vs. 30% negativo). L’impatto positivo è confermato dalla prima analisi dei big data: del totale dei gruppi creati, il 10% di questi era di docenti evidenziando quindi la necessità di creare rete tra colleghi per affrontare al meglio le sfide poste dal nuovo contesto, condividendo, all’interno di ogni gruppo, soprattutto risorse didattiche.

Nei 27.898 gruppi di docenti creati nella piattaforma WeSchool nel biennio di analisi sono stati in media presenti 3 studenti insieme ad 8 docenti; le 119.594 classi di lunga durata (almeno due mesi) formatesi hanno creato in media, a fronte di 20 lezioni, 58 allegati e ben 91 post interattivi. Secondo i dati raccolti, prima dell’emergenza sanitaria il 35% dei docenti non aveva mai utilizzato strumenti digitali per l’attività di valutazione degli studenti (e solo il 13% li usava sempre); durante la DAD il 46% li ha usati sempre e il 20% più di una volta a settimana. Con il rientro degli studenti in classe, il 57% dei docenti utilizza strumenti digitali per l’attività di valutazione almeno una volta al mese, mentre il 19% sempre. Infine, il 67% del campione di docenti si dichiara d’accordo o molto d’accordo che ‘i mesi d’emergenza abbiano modificato permanentemente la presenza di strumenti digitali’. Secondo il campione di intervistati, durante l’anno scolastico 2019/2020, quasi 7 docenti su 10 riportano di aver coperto una porzione tra il 50% e il 90% del programma che avevano previsto.

5 docenti su 10 stimano che la partecipazione degli studenti alla DAD sia stata superiore al 90% della classe (ma 2 docenti su 10 stimano una partecipazione inferiore al 50% della classe). Per quanto in misura più contenuta, la DAD ha inciso in modo evidente anche durante l’anno scolastico 2020/2021, soprattutto nelle scuole del secondo ciclo. In base ai risultati raccolti, il principale motivo dell’assenza degli studenti dalle lezioni durante la DAD è stato, sempre o frequentemente, la scarsa connessione ad Internet (secondo il 50% dei docenti), seguito dalla scarsa motivazione degli studenti (30%), dalla mancanza di dispositivi digitali (29%) e dallo scarso supporto da parte della famiglia (28%). ‘Questo progetto si inserisce in un ambito di azione prioritario per Fondazione Cariplo: sviluppare conoscenza condivisa per generare innovazione sulle tematiche cruciali per le persone e per il Paese’, spiega Giovanni Fosti, presidente di Cariplo’. L’analisi dei big data evidenzia inoltre che nelle scuole secondarie di II grado, nel biennio di analisi, il numero di verifiche finali dell’apprendimento svolte in piattaforma ha perfino superato il numero di esercitazioni proposte agli studenti. In che modo gli strumenti digitali sono stati utilizzati per la didattica? Prima, durante e dopo la DAD la maggior parte dei docenti intervistati li ha utilizzati come supporto alla lezione frontale. Il digitale è anche un mezzo per creare contenuti didattici: il 68% dei docenti afferma di aver prodotto in autonomia almeno una volta a settimana i materiali didattici condivisi con gli studenti, mentre il 67% ha utilizzato, con la stessa frequenza, materiali didattici prodotti da terzi.

Durante la DAD la tecnologia ha assunto un ruolo rilevante nell’assegnazione dei compiti e nelle azioni di monitoraggio di compiti e attività per l’87% degli intervistati che ne hanno fatto ricorso almeno una volta ogni sette giorni. Il 55% dei docenti del campione afferma che la didattica digitale ha avuto un impatto molto positivo o positivo sulla partecipazione degli studenti alle attività didattiche. Durante la DAD la percentuale di docenti che dichiara aver implementato metodologie innovative e partecipative almeno una volta a settimana è del 73%, aumentando del 44% rispetto al periodo pre emergenziale. Una volta terminata l’emergenza, il confronto con i dati pre pandemici fa emergere un parziale ritorno alle vecchie abitudini (46%). Nei 27.898 gruppi di docenti creati nella piattaforma WeSchool, durante il periodo di lockdown iniziato a marzo 2020 si è sviluppata un’attività di network e condivisione di buone pratiche tra gli insegnanti.

In media, nell’arco di un solo mese, sono stati condivisi all’interno di un singolo gruppo 12.2 risorse 11.2 post di interazione, 8.5 esercizi proposti, 5.6 lavagne condivise, a testimonianza della volontà di informarsi e aggiornarsi in modo rapido e condiviso con i pari, mentre la DAD entrava a far parte della quotidianità. Dalla survey emerge ulteriormente che solo il 17% dei docenti, durante la prima fase dell’emergenza, si sentiva del tutto o molto ‘preparato ad affrontare la DAD grazie all’utilizzo di strumenti digitali’, mentre dopo l’esperienza della DAD il 53% dei docenti è del tutto o molto d’accordo nel ‘sentirsi più sicuro nell’utilizzo degli strumenti digitali per la didattica’. Secondo l’88% dei docenti intervistati la didattica digitale ha impattato positivamente o molto positivamente sulle competenze digitali dei docenti, il 66% è d’accordo o molto d’accordo nell’utilizzare la didattica digitale anche in futuro, e più della metà dei docenti (il 57%) è d’accordo o molto d’accordo sulla necessità di sviluppare ulteriormente competenze digitali.

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