Una difficile settimana politica si apre sulla riforma fiscale e quella della previdenza. Nella maggioranza di Governo, tra Centrodestra e Pd, M5s, il confronto su delega fiscale e catasto è già sulla soglia di una rottura, mentre sulle pensioni il sindacato mostra segni di profonda insoddisfazione verso l’Esecutivo. Un dopo Pasqua carico di tensioni con un dibattito politico già alle prese con questioni internazionali imprevedibili.
Def e pensioni, il cortocircuito
Il tema pensioni è arrivato ad una svolta e le anticipazioni del Documento economico e finanziario non fanno intravedere quelle soluzioni auspicate dai sindacati: flessibilità in uscita da 67 anni a 64-65, tutele per i giovani e donne, assegni più pesanti per tutti. Il Ministero dell’economia e Finanze pur non facendone una dramma ha spiegato che il Pil previsto a oltre 6% si è nel frattempo dimezzato per le tante concause esterne: materie prime, prezzi carburanti, inflazione e guerra. Un segnale negativo che peserà sul tavolo della riforma.
Sindacati insoddisfatti
La Cgil e con sfumature diverse Uil e Cisl, si mostrano scontenti.
“Il Def delinea un quadro di misure non sufficiente rispetto alla situazione economica che si è venuta a creare”, osserva la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, “con il doppio impatto pandemia e guerra, e rischia di scaricarsi sui lavoratori, sui pensionati e sulle fasce più deboli della popolazione. Le misure non sembrano coerenti con ciò che il Paese è chiamato ad affrontare”.
Il Def, per l’esponente della Cgil si inserisce in un contesto “preoccupante” caratterizzato, “da livelli record di precarietà” e, aggiunge, “dalla variazione delle retribuzione lorde dove rispetto all’incidenza dell’inflazione si prevede scientemente una perdita del potere di acquisto”. Linea dura anche per la Uil. “Con un’inflazione in continua crescita, tutelare il potere d’acquisto delle pensioni è un tema di assoluta importanza che ha bisogno di risposte immediate”, sottolineano Domenico Proietti, Segretario confederale Uil e Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil Pensionati, “Nel nostro Paese da anni, le pensionate e i pensionati sono trattati come un bancomat”, proseguono , “ciclicamente, infatti, si sente parlare di taglio e ricalcolo delle pensioni. È ora di invertire questa rotta. Uil e Uilp chiedono la piena indicizzazione delle pensioni con il recupero del montante perso in oltre 10 anni di blocco. La tutela del potere d’acquisto delle pensioni”, concludono Uil e Uilp, “è un tema che deve essere centrale nell’agenda di un Paese che ha una popolazione di over 65 superiore al 22%”.
Pensioni e lavoro, il caso scuola
In queste ore è montata anche la polemica sul caso della scuola, con meno allievi, troppi precari e mancato ricambio di docenti.
Problemi accentuati dal fatto che la riforma delle pensioni è ferma e non ci sarà l’atteso turn over per rendere disponibili le cattedre. Fino all’anno scorso i docenti stanchi del loro lavoro avuto la possibilità di uscita anticipata offerta da Quota cento: in pensione con 38 anni di servizio e 62 di età. Ma dal prossimo anno si tornerà ai limiti imposti dalla legge Fornero: 67 anni di età. E lo scenario di cui i sindacati non vogliono nemmeno sentire parlare. Il prossimo incontro tra Governo e Cgil, Cisl e Uil, quindi partirà già sovraccarico di difficoltà.
Riforma del fisco, il Centrodestra
I leader dello schieramento di Centrodestra dopo l’incontro della scorsa settimana su fisco e catasto raccontano che c’è una intesa con il premier Draghi. Ci sarà un Tavolo tecnico che scioglierà i nodi su valore immobiliare e di mercato delle case degli italiani mentre sulla nuova tassazione bisognerà decidere le aliquote del sistema “duale” dei redditi. Temi annunciati come prossimi a una definizione, “Subito dopo Pasqua”, hanno annunciato il coordinatore di FI Antonio Tajani e il segretario della Lega Matteo Salvini, “si arriva in Parlamento chiarendo definitivamente che non ci saranno aumenti di tasse sulla casa, sugli affitti, sui titoli di Stato e sui risparmi”. Stesso discorso ottimista per il presidente di Noi con l’Italia Maurizio Lupi, il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, e il capogruppo alla Camera di CI, Marco Marin. “C’è voglia di ascoltare le nostre profonde perplessità sul tema”, evidenziano Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc e Antonio Saccone, portavoce del partito, “in Italia abbiamo un 80% di proprietari di casa e non possiamo penalizzarli. Piena fiducia in Draghi, che abbiamo visto molto determinato. Con i nostri tecnici individueremo insieme al presidente un punto di caduta sulla riforma del catasto”.
L’accordo? Ancora lontano
Dietro le dichiarazioni rassicuranti le vie d’uscita per arrivare ad accordo sono ancora lontane. Ad esempio su casa e fisco Lega e FI osservano che la riforma del catasto nella parte in cui stabilisce una equiparazione tra il valore immobiliare e quello di mercato, sarebbe il vincolo che farebbe aumentare la tassazione. Così come per l’Irpef e l’introduzione del sistema duale (redditi da lavoro tassati in modo progressivo, e redditi da capitale in modo proporzionale, con aliquota secca), per Lega e FI è un percorso che porterà a nuove tasse. Se i testi in discussione non saranno modificati allora il Centrodestra annuncia che sarà “irremovibile”. In particolare le preoccupazioni si concentrano sull’articolo 6 della delega fiscale in cui si parifica, il valore immobiliare a quello di mercato.
Palazzo Chigi spera nei tecnici
Da fonti del Governo si prende tempo e di rassicura “i tecnici dei partiti e del governo lavoreranno, già a partire dalle prossime ore, per modificare il testo e individuare una soluzione condivisa”. La fiducia che il Governo valuta di porre se dovessero esserci troppe tensioni sui testi da approvare, è inoltre un’altra mina vagante.
Il confronto nella versione del Centrodestra non prevede voto di fiducia ma è una eventualità che il premier Draghi non ha comunque escluso. Su questo la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è tranciante. “La riforma del catasto è una patrimoniale sui poveri”. E avverte, se Draghi metterà la fiducia sulla riforma fiscale, Salvini e Tajani “non gliela devono votare”.