I dati di marzo 2022 sui consumi analizzati dall’Osservatorio Confimprese-EY mostrano segnali negativi rispetto allo stesso mese del 2019, anno pre-pandemia, con un mercato totale che si assesta a-19,3%.
Una nuova battuta d’arresto che evidenzia come la situazione geopolitica, con il conseguente aumento dei costi di energia, materie prime e trasporti stiano mettendo a dura prova il comparto del commercio. Nei settori merceologici il settore abbigliamento-accessori registra una flessione nel mese pari a -31,3%. È il comparto che soffre di più e che non mostra al momento segni di recupero con una chiara evidenza dell’orientamento dei consumatori che, dopo due anni di pandemia, prediligono ora i consumi fuori casa, con la ristorazione in recupero relativo a -8,7%.
Peggiora, di contro, il retail non food, che chiude marzo 2022 a -8,7%, in controtendenza rispetto alle performance dei mesi precedenti. Dopo la corsa agli acquisti dovuta al perdurare della pandemia, che ha contributo a mutare le abitudini di acquisto degli italiani orientati, durante i mesi di lockdown, a una maggiore cura degli spazi domestici e a un utilizzo più frequente dei canali digitali per gli acquisti, le ultime indicazioni di mercato segnalano invece una battuta d’arresto del comparto.
Quanto ai settori merceologici, anche il primo trimestre mostra risultati analoghi a quelli rilevati nel mese con un costante peggioramento di abbigliamento-accessori fermi a -30,9%, la ristorazione a -8,5% e il retail non food che conferma il riallineamento con i livelli pre-pandemia e raggiunge la parità a +0,7%. È evidente che i consumatori, complici la stagione e l’allentamento delle restrizioni sul fronte sanitario, non rinunciano al fuori casa ma tagliano le spese sugli acquisti fashion. Nei canali di vendita i peggiori trend si rilevano in outlet -28,4% e high street -27%, seguiti dai centri commerciali -25,8%. A sorpresa il travel, dopo due anni di crisi, recupera punti percentuali e chiude il mese a -18,6%. Un segno, quest’ultimo, da ricondurre al desiderio di un ritorno alla normalità da parte degli italiani. Continua, di contro, il buon andamento dello shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) che, con -7,9%, conferma le mutate abitudini di acquisto dei consumatori e fa pensare a un trend ormai consolidato anche per il futuro.
Nelle aree geografiche lo stato dell’arte conferma la flessione con il Nord-est che registra l’andamento più negativo a -28,8%, seguito da Nord-ovest -19,9% e Centro -17,4%. Il Sud tiene maggiormente e abbandona il double digit per chiudere a- 6,6%. “Il mese di marzo – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – mostra un discreto recupero della ristorazione, che peraltro deve affrontare significativi problemi sul lato dei costi e della disponibilità di materie prime ed energia. Conferma, invece, una fortissima contrazione il comparto abbigliamento-accessori, che vede ulteriormente aggravarsi la situazione. Questo scenario desta preoccupazione, anche perché aggravato dall’aumento dall’inflazione e dal conflitto in Ucraina, che pone seri dubbi su una ripresa a breve termine del retail.
Un segnale di distensione arriva dal travel, che con una flessione contenuta del -18,6%, fa ben sperare in un ulteriore recupero nei prossimi mesi, che saranno cruciali sia per l’andamento della situazione geopolitica sia per quello dei consumi”. Per Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia, “Nonostante gli ultimi due anni abbiano profondamente mutato le abitudini di consumo degli italiani, sempre più orientati a fare acquisti in modalità digitale, i dati ci evidenziano anche la volontà dei consumatori di tornare a valorizzare il proprio tempo libero. Un trend dimostrato dalla ripresa del travel a -18,6% e l’aumento dei consumi nelle città del sud, con Napoli che fa registrare l’unico trend con segno positivo tra le città italiane a +35,4%, grazie anche all’apertura di nuovi punti vendita”.