sabato, 16 Novembre, 2024
Attualità

I “regali” di Putin alla NATO

Casa Bianca: "Escalation se saranno colpiti territori europei dove si stanno assemblando aiuti militari a Kiev

Se i popoli e i governi di Finlandia e Svezia sono sempre più convinti di entrare nella Nato, il merito -o la colpa a seconda dei gusti- non è di Biden ma di Putin. Di quella spirale della paura che il dittatore del Cremlino ha messo in moto e che gli si sta ritorcendo contro. Tra i tanti autogol realizzati dal Cremlino con la scellerata invasione questo è forse il più clamoroso.

Uno degli alibi usati dal dittatore russo -per giustificare l’invasione- era quello di non voler avere alle costole della Russia un Paese della Nato. Bel colpo.

L’elenco dei risultati negativi ottenuti da Putin è lungo, al limite dell’autolesionismo.

  • Voleva deporre -o far uccidere- Zelensky per sostituirlo con un governo fantoccio, ma ha reso il presidente ucraino un eroe nazionale.
  • Puntava ad occupare Kiev ma è stato costretto a ritirare le truppe e ha alzato così gli umori delle forze armate avversarie.
  • Negando il diritto all’esistenza dell’Ucraina ha cementato un nazionalismo che non era mai esistito in questi termini.
  • Con i massacri di civili, Bucha e non solo, ha gettato un’onta indelebile sulla immagine della Russia che ne esce devastata.
  • Sperava di seminare zizzania in Europa e invece ha compattato l’Unione europea che non è mai stata più unita.
  • Contava sulla sudditanza energetica di Berlino e Roma e invece ha costretto Germania e Italia a dotarsi di una seria politica energetica che li affranchi dal gas russo.
  • Ha minato la solidità precaria dell’economia russa subendo sanzioni che nei prossimi mesi faranno crollare il Pil di Mosca di oltre il 10%.
  • Ha messo in difficoltà l’alleato Xi Jinping, perché la guerra indebolisce l’economia cinese, già fiaccata dal Covid e dal conflitto commerciale degli Stati Uniti.
  • Ha rafforzato i legami tra Europa e Stati Uniti, indeboliti dalla presidenza Trump.
  • Ha costretto L’Italia ad avvicinarsi al 2% del Pil per le spese militari e la Germania a riarmarsi seriamente con 100 miliardi di spesa.
    Tralasciamo i contraccolpi che questa guerra stanno avendo all’interno dell’establishment russo soprattutto tra i vertici militari, quelli dei servizi di sicurezza. E non parliamo del dissenso crescente verso la leadership sua che non si manifesta per via della ferrea censura che è come un tappo su un tino che ribolle: prima o poi salterà.
Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Meloni ai ministri: “Lealtà e serenità”. Governare senza strappi. Le opposizioni riflettano

Giuseppe Mazzei

In Italia più di 2 milioni di persone vivono in condizioni di povertà energetica

Valerio Servillo

Meloni e Starmer: “Uniamo gli sforzi contro i trafficanti di esseri umani”

Jonatas Di Sabato

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.