Si rafforzi la lotta all’evasione fiscale e al sommerso in genere, ma lo si faccia senza creare ulteriori aggravi per imprese e professionisti. È il tema che sta a cuore alla Confesercenti che analizza le nuove misure contenute nel decreto sul Piano nazionale di Ripresa discusso nel Consiglio dei ministri.
Incentivi non sanzioni
“Se il Portale Nazionale del Sommerso va, finalmente”, evidenzia la Confesercenti, “nella direzione da noi sempre auspicata di una banca data unica che eviti il ripetersi delle ispezioni a carico delle imprese, sul contrasto all’evasione, invece, si moltiplicano gli oneri a carico delle piccole e medie imprese. Servono incentivi, non sanzioni. E strategie differenti da quelle che non hanno funzionato negli anni passati”.
Il cashback flop
Per capire gli errori fatti per la Confederazione basta osservare, ad esempio, i risultati a dir poco deludenti del cashback: costato 4,75 miliardi per il 2021 e il 2022, vi hanno aderito meno di 9 milioni di
italiani, e di questi solo 7,9 milioni hanno visto accettare le proprie transazioni, presumibilmente le classi di reddito più elevate. Risorse che avrebbero permesso di fornire gratuitamente un Pos ad ogni partita
Iva in Italia.
Libertà d’impresa limitata
Il rischio che le imposizioni creino un danno alla libertà di impresa, un aggravio di costi e uva ulteriore sfiducia degli imprenditori già alle prese con scenari difficili e inediti.
“Percorrere la strada dell’obbligo e delle sanzioni”, sottolinea la Confesercenti, “vuol dire non solo limitare la libertà d’impresa, ma anche introdurre un ulteriore aggravio per le attività economiche, che
metterà in difficoltà le attività del commercio e dei servizi più piccole e caratterizzate da margini molto stretti – come i distributori carburanti, i tabaccai, i bar – proprio nel momento in cui la ripartenza
della spesa delle famiglie nei negozi è messa a rischio da inflazione e incertezza”.
Tecnologie inadeguate
“L’obbligo è poi particolarmente difficile da rispettare per tutte quelle imprese che operano in zone non coperte da infrastrutture tecnologiche e di comunicazione adeguate”, commenta Mauro Bussoni,
Segretario Generale Confesercenti.
“Se si vuole favorire la moneta elettronica, obiettivo condiviso dalle imprese, visti i rischi connessi alla gestione del contante, il migliore incentivo è ridurne i costi di utilizzo. A partire dai piccoli pagamenti
sotto i 50 euro, che dovrebbero essere resi completamente esenti da commissioni, aprendo allo stesso tempo ai sistemi di pagamento di nuova generazione, alternativi al circuito delle carte di credito e di debito”.