Il quadro economico è in peggioramento ed è necessario che la politica economica mantenga un profilo fortemente espansivo per affrontare i pesanti effetti del conflitto in Ucraina. La richiesta al Governo arriva dalla Confederazione nazionale degli artigiani nel corso dell’audizione sul Documento economico e finanziario davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Un intervento della Cna in cui
evidenzia come cinque miliardi sono “risorse modeste rispetto alla complessità del momento” per ridurre il costo dell’energia e dei carburanti, compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche, risarcire le imprese dagli effetti delle sanzioni.
Vaccino e pace
“Come lo scorso anno sostenevamo”, ricorda la Cna, “che il vaccino era il più potente strumento di politica economica, ora affermiamo che la pace in Ucraina rappresenta la chiave per allontanare i rischi di drastico deterioramento della congiuntura e riportare benessere e serenità nell’economia”.
La guerra nell’analisi della Confederazione ha fatto emergere le debolezze del sistema energetico e alimentare e le fragilità delle catene lunghe di produzione.
L’accelerazione del Pnrr
Il Paese, tuttavia, oggi dispone di un acceleratore rappresentato dal Piano nazionale di Ripresa le cui risorse, secondo i calcoli della Cna, “non solo possono mitigare gli effetti di rallentamento della domanda privata, ma possono auspicabilmente migliorare il contesto economico nazionale”.
Pa necessaria più efficienza
“Abbiamo espresso preoccupazione”, osserva la Confederazione, “sulla lentezza nell’adozione delle riforme che dovrebbero rendere più snella e moderna la pubblica amministrazione e più efficienti i mercati. Fisco, giustizia, concorrenza, appalti sono in attesa di profonde novità. Le infrastrutture necessitano di urgenti interventi di ammodernamento e completamento”.
Autonomia energetica ed export
Secondo calcoli e proiezioni della Confederazione nazionale degli artigiani occorre concentrare le risorse del Pnrr per aumentare l’autonomia energetica dell’Italia a partire dal sostegno dell’autoproduzione nelle piccole imprese. “Inoltre è necessario prevedere la ristrutturazione e l’allungamento delle scadenze dei debiti contratti dalle imprese con il sistema bancario durante la pandemia. Serve con urgenza”, conclude la Confederazione, “riorientare l’export del Made in Italy realizzato al 66% da piccole imprese che devono essere accompagnate su mercati nuovi e meno impattati dalla guerra. Servono ancora risorse perché la ripresa realizzata nel 2021 non vada perduta”.
fonte foto governo.it