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Il ritorno del Cavaliere. “Deluso da Putin. No al voto di fiducia su fisco e giustizia”

domenica, 10 Aprile 2022
1 minuto di lettura

Si riprende la scena, dopo l’inglorioso flop della corsa al Quirinale.
Un Berlusconi d’annata, che non si vedeva da tempo. Prova a rilanciare Forza Italia come bussola e collante di un centrodestra disorientato. Tono e espiro da statista. Molte spanne sopra tanti discorsetti che si sentono da quelle parti.

Con Europa, Nato e Stati Uniti

Il Cavaliere Indica una linea chiarissima. Innanzitutto la collocazione internazionale. In Europa e nell’ Alleanza atlantica senza se e senza ma. Amici come prima e più di prima degli Stati Uniti. In difesa dell’Occidente da tentazioni egemoniche della Cina e della Russia finita nell’orbita di Pechino. Berlusconi si schiera con le sofferenze e la resistenza del popolo ucraino che combatte per la sua libertà. Condanna l’invasione della Russia e le scelte di Putin che lo hanno deluso e addolorato: “Mi sembrava un uomo di buon senso, di democrazia e di pace, si è assunto una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero”.

Insomma non c’è spazio per le reticenze e le piroette di Salvini o per concessioni agli “equidistanti”. Berlusconi auspica che sia la Russia a far cessare le armi per arrivare ad un cessate il fuoco il prima possibile.

Chissà se Salvini deciderà di seguire la rotta indicata da Berlusconi che, sulla guerra è più in sintonia con Fratelli d’Italia che con la Lega.

Di nuovo capo del centrodestra?

L’unità del centrodestra è il pallino di Berlusconi. I contrasti sempre più forti tra Salvini e Meloni gli danno uno spazio di manovra. E lui prova a riprendersi il ruolo di capo di quest’area litigiosa. Impresa ardua, visto lo scarso 8% di Forza Italia rispetto al quasi 19 della Lega e al quasi 22 di FdI. Berlusconi colloca Forza Italia al centro, alternativo alla sinistra ma distinto dalla destra.

Rimprovera a Meloni di non aver sostenuto il governo di unità nazionale e toglie a Salvini l’iniziativa su Draghi. Con l’autorevolezza di chi è sempre stato leale al Governo Berlusconi mette alcuni paletti con garbo e determinazione: niente tasse, la casa non si tocca e sulla giustizia nessun voto di fiducia. È molto probabile che Draghi riesca ad assecondarlo.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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