domenica, 15 Dicembre, 2024
Politica

La Nato e il delirio russo degli “equidistanti”

Draghi: indecenti i massacri non le sanzioni. L'Ue condivida le spese della politica energetica

Gli “equidistanti” mettono sullo stesso piano la vittima -Ucraina e l’aggressore- Russia, vorrebbero la resa di Kiev a Putine descrivono l’espansione della Nato come se fosse una guerra degli Stati Uniti per assoggettare i Paesi europei  e distruggere la Russia. Un delirio di ignoranza e mala fede che rende  gli equidistanti nostrani peggiori dei russi.

Gli uomini del Cremlino hanno una sorta di attenuante: pensano che il mondo usi le loro stesse categorie. e quindi non possono concepire che esista un’alleanza militare che non sia aggressiva. Per loro la Nato non può che essere uguale all’ex Patto di Varsavia, sciolto il 1° luglio del 1991. Guidato solo da generali russi, basato sulla dottrina della “sovranità limitata” degli Stati membri sotto il tallone del Cremlino, il Patto inviava puntualmente i carri armati sovietici per reprimere i tentativi di affrancamento da Mosca: nel 1956 in Ungheria (Orbàn è nato nel 1963 e nessuno gliel’ha detto), nel 1968 a Praga; nel 1980 la minaccia fu rivolta anche contro la Polonia.

La Nato, è stata fondata il 4 aprile del 1949 dagli Stati Uniti e altri 11 Paesi occidentali, con lo scopo opposto a quello del Patto di Varsavia: non per tenere sotto schiaffo dell’America gli stati membri né per aggredire altri Paesi. Lo scopo è sempre stato difensivo e di mutuo soccorso per aiutare uno stato membro vittima di aggressione. Anche quando nel 1999 la Nato intervenne militarmente contro la Serbia non lo foce per “occupare” quel Paese ma per fermare il massacro operato da Belgrado contro la popolazione del Kosovo.

I 30 Paesi che fanno parte della nato sono entrati spontaneamente nell’Alleanza e lo hanno fatto per sentirsi più sicuri, soprattutto quelli che non volevano finire di nuovo sotto il giogo di Mosca.

Dove sta dunque l’aggressività della Nato e l’accerchiamento della Russia? Le Repubbliche baltiche, le uniche che confinano con il territorio russo entrarono nella Nato, insieme a Bulgaria, Romania, Slovenia e Slovacchia nel 2004 e la Russia non si oppose. L’Alleanza atlantica non ha accerchiato la Russia ma ha reso possibile la messa in sicurezza di Paesi che potevano essere minacciati da Mosca. Se l’Ucraina fosse entrata nella Nato, Putin si sarebbe fatto due conti e non l’avrebbe invasa.

Negli ultimi 20 anni, da quando le Repubbliche Baltiche sono nella Nato, nessuna minaccia è stata mai rivolta alla Russia. E’ stata invece Mosca ad  estendere con la forza la sua presenza in Daghestan, Cecenia, Abkhazia, Ossezia del Sud Transnistria, Inguscezia, Tagikistan, fino allo scippo della Crimea, seguita dalla provocazione della guerra civile nel Donbass e ora dalla fallita invasione dell’Ucraina.

Questi i fatti. Che i nostri “equidistanti” o ignorano o fingono di non conoscere. In ogni caso, diciamola tutta: per fortuna che c’è la Nato, altrimenti la Russia, assetata di fame imperiale, starebbe già allestendo il banchetto, per “mangiarsi” altri Paesi Con tanti cagnolini occidentali “equidistanti” pronti a sgranocchiare briciole sotto il tavolo di Putin.

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