Da giorni, soprattutto a causa della guerra tra Russia e Ucraina, in Italia si discute dell’aumento della spesa militare fino al 2% del PIL, come concordato con la NATO e come già fatto da altri Paesi della coalizione. Quasi 2 italiani su 3, però si dichiarano contrari a questa decisione, secondo quanto emerge da un sondaggio di Euromedia Research.
Aumentare le spese militari, per il 37,6% degli intervistati, vuol dire distogliere investimenti da altri settori che ad oggi risultano essere prioritari per l’Italia. Inoltre, con un aumento di spesa si investirà maggiormente in attrezzature militari.
L’opinione degli italiani cambia, invece, nel momento in cui la spesa militare venga destinata anche – e soprattutto – agli investimenti in tecnologie, ricerche e materie scientificotecnologiche e non, quindi, alle attrezzatore. In un contesto di questo tipo, la quota di contrari all’aumento di spesa scende al 47,3%, mentre i favorevoli passano dal 27,3% al 40,0%.
Una scelta che, tra i grandi partiti, viene apprezzata ancor di più tra gli elettori di Forza Italia e del Partito Democratico.
Sondaggio Euromedia Research per La Stampa realizzato il 28/03/2022 con metodologia mista CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.