Il leader della Lega, noto per i suoi giudizi tranchant, per le continue prese di posizione “dure e pure”, da quando è scattata l’invasione russa in Ucraina è diventata un’altra persona. O almeno così sembra. Pochi tweet, selfie che si contano sulle dita di una mano, dichiarazioni diradate e, soprattutto ,una prudenza che a tratti sfiora la reticenza.
Sinceramente, noi non crediamo che Salvini abbia rapporti col partito di Putin tali da impedirgli di dire quello che pensa . Né crediamo che la Lega sia una succursale di Russia unita in Italia. Tutt’altro.
È vero che in passato ci sono state manifestazioni di eccessiva simpatia di Salvini verso atti di pirateria internazionale come l’occupazione della Crimea da parte della Russia. È vero che il leader leghista si è lasciato andare a dichiarazioni che glorificavano l’autocrate del Cremlino. Ma questa è acqua passata, quando scoppia una guerra, il cui responsabile ha un solo nome e cognome.
Salvini lo sa benissimo. E sa anche che il Governo italiano, che egli sostiene, ha preso una posizione, sancita da un voto del Parlamento, molto netta. Dunque il leader leghista non dovrebbe vergognarsi di dar seguito alle decisioni che la maggioranza di cui fa parte ha adottato. Né dovrebbe preoccuparsi di chiamare le cose col loro nome e di usare la sua voce, così potente quando gli va, per commentare con chiarezza e in prima persona quel che succede.
Spesso Salvini, su uno stesso argomento, ha preso posizioni contraddittorie. Ma le ha prese. Sulla guerra invece il “capitano” si comporta come un titubante soldato semplice che ha paura della sua ombra. Non gli fa onore. Ma c’è sempre un limite.
E il limite sono le immagini della strage di Bucha. Salvini non ha trovato il tempo per condannare. Eppure tutti lo hanno fatto. Aveva altro di più importante per la testa? Ora non gli sta bene che 30 diplomatici russi vengano espulsi dal nostro Paese, in sintonia con quello che fanno altri nostri partner europei. Eppure dovrebbe fidarsi del Governo di cui fa parte e che ha gli elementi di intelligence sufficienti per ritenere non gradite queste persone. Salvini invoca prudenza. Lui, che da ministro dell’Interno amava qualificarsi come cuor di leone. Potrebbe però rendere un servizio utile al suo Paese se usasse tutto il prestigio di cui gode presso il Cremlino per spiegare ai membri del partito di Putin che i massacri di civili disonorano la Russia. E anche coloro che si considerano amici della Grande Madre. Non ci sembra una richiesta imbarazzante.