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Energia. Silvestrini (Cna): sostenere l’autoproduzione con fonti rinnovabili. Le imprese sono pronte per loro e per il Paese

domenica, 3 Aprile 2022
1 minuto di lettura

L’energia si può autoprodurre. In poche quantità ma utili alle piccole imprese e al Paese. È l’idea della Confederazione Nazionale degli Artigiani che chiede sostegni per le piccole imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Un progetto che può essere realizzato in poco tempo, con una riduzione dei consumi di gas pari a 2 miliardi di metri cubi l’anno.

E’ quanto sollecita Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, che sottolineando la necessità di definire interventi mirati. Progetti da realizzare attraverso la semplificazione delle procedure e la
dotazione di risorse che avrebbero positive ricadute per l’ambiente e per attivare ingenti investimenti privati.
“Le sole piccole imprese manifatturiere hanno consumi energetici pari a 26 milioni di Tep, pari a tutto il gas utilizzato per riscaldare le nostre case”, calcola Silvestrini, “convertire soltanto il 20% di quei
consumi dal termoelettrico alle fonti rinnovabili consentirebbe un risparmio di gas pari a 6 miliardi di mc l’anno”.

L’impegno della Cna

Artigiani e piccole imprese rappresentano un potenziale enorme per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, teoricamente possono costituire un parco fotovoltaico da 60mila MW/h, tre volte la potenza
installata in Italia. “Realisticamente”, osserva Silvestrini, “in poco tempo si possono realizzare almeno 400mila piccoli impianti per l’autoproduzione da rinnovabili (oggi sono circa 140mila per una potenza
di 6mila MW/h) con conseguente riduzione dei consumi di gas di oltre 2 miliardi di mc l’anno. Un contributo pubblico del 50% sul costo
dell’investimento costerebbe circa 1,5 miliardi in tre anni.

Consumi con le rinnovabili

“Purtroppo artigiani e piccole imprese sono fortemente penalizzati”, aggiunge Silvestrini, “esclusi da tutte le misure di incentivazione per le rinnovabili che sono concentrate sulle famiglie e sui grandi
impianti”, attraverso il sistema delle aste con risultati peraltro molto modesti. Invertire la rotta è una esigenza per il Paese”.

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