Ancora debole la ripresa dell’occupazione, debole e soprattutto precaria. È la considerazione della Cgil che commenta i recenti dati sull’andamento del lavoro.
“Non potremo mai parlare di crescita e sviluppo del Paese”, evidenzia Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil, “se non individuiamo immediatamente misure efficaci per rendere il lavoro stabile e di qualità”.
Segnali fragili
“La riduzione dei tassi di disoccupazione e inattività ha consentito la timida crescita degli occupati”, osserva la dirigente sindacale, “ma è un segnale troppo fragile per indurre all’ottimismo, soprattutto oggi con il peggioramento dello scenario socio-economico a seguito del conflitto in Ucraina, all’incremento dei costi energetici e delle materie prime”.
Ridurre le disuguaglianze
“L’aumento dell’occupazione rispetto al 2021”, prosegue Scacchetti, “è ertamente indice del superamento graduale di una delle fasi più difficili degli ultimi anni, quella pandemica. Ma il mondo del lavoro ha bisogno di risposte occupazionali forti per contrastare l’ampliamento delle disuguaglianze sociali, per ridurre i divari generazionali e di genere, per essere finalmente rimesso al centro del modello di sviluppo”.
Più garanzie e stabilità
Dai dati che la Cgil commenta emerge la necessità di una svolta sul tipo di lavori, servono contratti stabili contro la precarietà.
“La stabilità occupazionale”, ribadisce la segretaria nazionale, “è condizione essenziale per la crescita del Paese. Per questo riteniamo siano fondamentali gli investimenti pubblici e privati e sia indispensabile che il Governo riveda la ‘clausola di condizionalità del Pnrr: oltre a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione del 30% di giovani e di donne, una pari quota va assicurata anche per le assunzioni a tempo indeterminato”.
Si torni alla trattativa
Per la Cgil è necessario ristabilire un confronto con il Governo. “Auspichiamo quindi che il tavolo al Ministero del Lavoro, più volte annunciato, si possa aprire con celerità”, conclude Scacchetti, “per definire misure che riportino il lavoro e la sua qualità al centro dell’agenda politica del Paese”.