“Non siamo nemmeno a fine primo tempo e ogni risultato ottenuto a favore dei lavoratori resta fragile”. Il FIFPro, il sindacato internazionale dei calciatori, si fa ancora una volta portavoce dell’allarme sui diritti umani dei migrantui in Qatar. In una lettera aperta pubblicata sul proprio sito, si ricorda che “la lunga strada verso il Mondiale del 2022 in Qatar è stata costellata di scandali sui diritti umani e cattive condizioni dei lavoratori, ma anche di alcuni incoraggianti segnali di progresso”. Le condizioni dei migranti che lavorano nelle infrastrutture della Coppa del Mondo “sono diventate più sicure e il loro alloggio è migliorato” ma i lavoratori “continuano a essere vittime di pratiche abusive.
Datori di lavoro senza scrupoli si oppongono alle riforme” e i migranti “temono ancora ritorsioni se denunciano lo sfruttamento, i salari non pagati e i lunghi orari di lavoro. Coloro che sono sfuggiti alla povertà nel loro paese d’origine temono di perdere il lavoro e lo stipendio”. Tra i migranti è diffuso il timore che quando i riflettori sul Qatar si affievoliranno dopo i Mondiali i miglioramenti raggiunti si esauriranno”.
Da qui l’appello per la creazione di un “Centro per i Lavoratori Migranti” che sia di sostegno e supporto per chi arriva dall’estero: “Strutture simili esistono in altre parti del mondo, dall’Europa al Medio Oriente, e aiutano a garantire che gli immigrati non siano privati dei diritti civili”. “Sono loro che hanno reso possibile questo torneo e la maggior parte di loro sarà ancora in Qatar quando tutti i giocatori, gli sponsor e i media se ne saranno andati a casa. Assicuriamoci di non dimenticarli”.