venerdì, 15 Novembre, 2024
Energia

Il ruolo dell’idrogeno come driver della transizione

Un momento di confronto alla luce delle nuove opportunità offerte dal Pnrr e delle più attuali sfide geopolitiche internazionali, per fare il punto sugli scenari e le strategie di transizione ecologica e sviluppo economico del nostro Paese attraverso l’idrogeno. È questo l’obiettivo di Hydrogen Forum del Sole 24 Ore, nel corso del quale è stato approfondito il ruolo dell’idrogeno come driver della transizione energetica attraverso il punto di vista dei player del settore, il ruolo strategico dei sistemi di produzione, stoccaggio, distribuzione e utilizzo dell’idrogeno e le opportunità offerte dalla rivoluzione dell’idrogeno per la mobilità sostenibile. “Sono convinto che l’idrogeno è fondamentale per riuscire a dare l’autonomia energetica al nostro paese, oggi il tema dell’autonomia è diventato centrale”, ha detto Renato Mazzoncini, Ad e direttore generale di A2A, sottolineando anche il lavoro per incrementare le rinnovabili.

“Stiamo immaginando di produrre idrogeno green dal termovalorizzatore di Brescia. Il progetto è già partito, stiamo attendendo le autorizzazioni e nonostante il lavoro sia abbastanza lungo stiamo cercando di fare in modo di avere la produzione dell’idrogeno entro la fine del 2024 o al massimo i primi sei mesi del 2025. Operativamente stiamo costituendo una società con Ferrovie Nord e Snam che si dia l’obiettivo di costruire l’elettrolizzatorte e produrre l’idrogeno”, ha aggiunto Mazzoncini. “Per poter sostituire progressivamente le forniture di gas russo la Commissione europea si è posta obiettivi molto ambiziosi varando rapidamente un nuovo piano, denominato REPowerEU”, ha detto Paolo Gallo, Ad di Italgas. “Secondo il ‘REPowerEU’ è indispensabile raddoppiare le importazioni di gas naturale liquefatto da Qatar, Usa, Egitto e Africa Occidentale e di metano da fonti alternative; così come occorre aumentare la produzione di biometano portandola a 35 miliardi di metri cubi al 2030 – un target più che raddoppiato rispetto alle misure previste nel Fit for 55 – ed elevare la disponibilità di idrogeno, tra importato e prodotto, fino ai 20 milioni di tonnellate che corrispondono a circa altri 35 miliardi di metri cubi di gas”, ha spiegato.

“I gestori delle infrastrutture si devono preparare in tempi brevi a gestire le immissioni di gas diversi come biometano ma anche idrogeno. Prepararsi a questo scenario significa da un lato iniziare a fare sperimentazione, dall’altro preparare infrastrutture perchè siano pronte. La trasformazione digitale delle infrastrutture è una precondizione per poter gestire gas diversi quali quello naturale, biometano, idrogeno e metano sintetico. La trasformazione digitale è una precondizione, se non c’è la gestione di gas così diversi è praticamente impossibile”, ha concluso. Anche per Renato Boero, presidente di Iren, l’idrogeno è il vettore del futuro “quindi è importante esserci e avviare già i primi progetti. Noi importiamo oltre il 40% di gas da fonte russa e questo comporta uno spostamento delle priorità anche nel nostro piano industriale. La nostra azienda ha riprogettato un impianto di rigassificazione che oggi è in corso di autorizzazione, ci vogliono almeno 3-4 anni per la realizzazione, si tratta di un investimento importante che faremo con Sorgenia e che verrà messo a disposizione del Paese”.

Boero ha infine ricordato il progetto di Hydrogen Valley a Torino finalizzato alla decarbonizzazione dei trasporti pubblici. Secondo Giovanni Brianza, Ad Servizi energetici Edison, all’idrogeno toccherà “un parte importante in quella che sarà la transizione energetica. Il segmento industriale, del terziario e il mondo della P.A. sono cruciali per avere successo della transizione energetica, si stima che da qui al 2030 in Italia verranno investiti 60 miliardi di euro, che riguardano più o meno per la metà l’industria e l’altra metà si suddivide tra terziario e PA.

Come Edison abbiamo preso una decisione strategica – ha spiegato – ci siamo dedicati anima e corpo alla transizione energetica che riteniamo sia una missione strategica che deve essere strutturata, ha bisogno di risorse e obiettivi sfidanti”.

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