Torna in primo piano il fisco con una riforma materia di contrasto tra i partiti di maggioranza. Oggi i leader della maggioranza di Governo cercheranno di mettere a punto temi e percorso parlamentare. Il Centrodestra con la Lega è pronta a chiedere il rinvio del dibattito parlamentare fissato per il 28 marzo, per avere più tempo per trovare soluzioni a una delle riforme più conflittuali della legislatura. Le tensioni sul nodo Catastato sono tutt’altro che rimosse, il Governo per due volte e nel giro di pochi giorni per un solo voto non è andato “sotto” con il sommarsi dei voti di maggioranza con quelli dell’opposizione.
Gli obiettivi di Draghi
Si ricorderà che il premier salì al Colle per incontrare il presidente Sergio Mattarella e poi rimettere ordine all’agenda con le priorità da affrontare. Ora si delinea un nuovo round nel Governo. Sulla delega fiscale i partiti sono pronti ad accendere una discussione mentre Draghi chiede una convergenza su temi centrali e tra questi spicca la riforma fiscale elemento decisivo per portare, tra l’altro, a buon fine gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa. Lo scenario che però il Governo ha di fronte è altro.
Temi e tensioni
I temi su cui si cerca una sintesi per portare avanti l’esame del provvedimento in commissione Finanze della Camera, sono complessi e tutti con forti legami con la vita quotidiana dei cittadini e quindi con la tenuta dei consensi elettorali per ciascun partito. C’è la flat tax, e il cashback fiscale, poi le riforme dell’imposta regionale sulle attività produttive, nota anche con l’acronimo Irap e la “no-tax area” che varia in base alla tipologia del reddito.
Gli emendamenti
Questioni sulle quali già incombono 500 emendamenti che segneranno un dibattito polemico e con contrappesi da trovare. Il Governo cercherà di trovare una intesa rapida e che abbia il senso di un accordo complessivo senza troppe lacerazioni tra partiti. Si sceglierà la via di una intesa complessiva lasciando il dibattito sugli emendamenti minori. In altri versi sarà necessario puntellare saldamente l’azione dell’Esecutivo alle prese con problemi inediti e gravi – costo e approvvigionamento di fonti energetiche, crisi dei consumi, il piano di accoglienza dei rifugiati dalla Ucraina -, per trovare un accordo preventivo sull’insieme della riforma.
Le proposte del Governo
Stando alle indiscrezioni oggi l’Esecutivo proporrà sulla Flat Tax due ipotesi su cui confrontarsi: il mantenimento del regime forfettario (con la soglia di reddito ferma a 65mila euro) o l’eliminazione. Due ipotesi che partono da lontano. Il Centrodestra punta ancora su un progetto presentato nel 2018 – durante il Governo dal Conte-1 e cancellato l’anno dopo dal Conte-2, – con l’estensione del forfait fino a quota 100mila euro (fra 65mila e 100mila si prevedeva un’aliquota del 20%). La proposta del Centrodestra non ha raccolto molti consensi. Da parte del M5S invece si rilancia l’idea presentata nel documento unitario della Commissione Finanze dove si indica una via d’uscita biennale per chi supera i 65mila euro, con l’applicazione della Flat Tax a patto di dichiarare un reddito aggiuntivo di almeno il 10% per anno senza sforare però i 100mila euro.
Cashback fiscale e rimborsi
C’è divisione tra i partiti anche sul ritorno del “cashback fiscale”, manca un accordo sui bonus da tagliare e sul riordino delle agevolazioni. L’ipotesi di rimborso fiscale direttamente sul conto corrente di chi fa acquisti con mezzi di pagamento tracciabili sono stati presentati dal Movimento 5 Stelle e da Italia Viva. In realtà, l’ipotesi di un ritorno al cashback è stata presentata in diverse occasioni nei decreti legge che si sono succeduti finora, ma il ministero dell’Economia e delle Finanze si è sempre opposto. È stato anche proposto un emendamento – su cui c’è convergenza – per la rateizzazione mensile dei versamenti dell’Irpef, con l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto. Ritorna a far capolino anche il federalismo fiscale. Ci sono due formulazioni in tema con la possibile destinazione ai Comuni di una quota del gettito di imposte sostitutive dell’Irpef su lavoratori autonomi e imprese individuali.
La riforma va approvata
Negli obiettivi del premier la riforma fiscale non sarà rinviata e l’esecutivo troverà la via di un accordo. Il Parlamento si esprimerà, secondo le richieste dei partiti, per lasciare spazio al dibattito e vari aggiustamenti. L’ipotesi che circola che il confronto arrivato a fine mese dovrà essere chiuso con l’approvazione della riforma, oppure il Governo chiederà la fiducia.