E’ stato siglato oggi un accordo tra la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per lo sport e l’UNAR (Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica) volto a definire un piano d’azione per la prevenzione e il contrasto, in ambito sportivo, dei fenomeni di discriminazione e violenza in tutte le loro forme. “Lo sport non è solo un mezzo per il benessere psico-fisico di chi lo pratica” dichiara Michele Sciscioli, Capo del Dipartimento per lo sport “ma è anche uno strumento formativo ed educativo, del singolo e della comunità che, attraverso il confronto, l’interazione e la competizione positiva, favorisce sia l’inclusione e il dialogo tra gli individui che la coesione sociale”. “Siamo molto felici e ci complimentiamo con il Dipartimento per lo Sport per questa lodevole iniziativa che riteniamo di fondamentale importanza per la crescita educativa soprattutto per i giovani – dichiara Triantafillos Loukarelis direttore dell’UNAR. Da oggi possiamo affermare che anche il Dipartimento partecipa alla settimana d’azione contro il razzismo. Con la sottoscrizione di questo accordo ogni anno promuoveremo insieme progetti rivolti sia ad associazioni che lottano in maniera specifica contro le discriminazioni, sia ad associazioni e società sportive, per unire tutte le forze possibili e creare una massa critica tale, in grado di fare la differenza promuovendo la cultura dell’inclusione nel nostro paese”.
“E’ proprio in questa logica” conclude Michele Sciscioli “che oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, su indirizzo della Sottosegretaria Valentina Vezzali, pubblichiamo sul sito del Dipartimento un Avviso pubblico, cui sono destinati 500mila euro, rivolto alle Associazioni e alle Società sportive dilettantistiche per la realizzazione di progetti che coinvolgano prioritariamente i giovani. I destinatari dell’Avviso dovranno mettere in campo interventi che utilizzino lo sport e l’attività motoria non soltanto per la prevenzione di razzismo, intolleranza e xenofobia, ma anche per il contrasto alle diverse forme di discriminazione”.