“Delusione”, richieste di “incontri urgenti”, “fare presto e di più”, “pronti a riprendere la protesta”, “scelte timide”. È corale Il pressing delle associazioni di categoria, dei sindacati e dei partiti, sulle decisioni del Governo. Il varo del decreto energia – 4,4 miliardi per ridurre costi di gas, gasolio, benzina – non ha tranquillizzato ma innescato altre richieste e nuove perplessità. Un coro di richieste che non tengono conto che l’esecutivo del premier Draghi è costretto a muoversi in sintonia con gli altri Paesi Ue. Il prossimo Consiglio europeo del 24-25 marzo dirà fino a che punto l’Italia potrà spingersi su temi come approvvigionamento energetico e sanzioni alla Russia. Passi delicati che devono mettere assieme esigenze nazionali e diplomazie internazionali. L’aggressione della Russia all’Ucraina, la necessità del gas e del petrolio importato da Mosca, le sanzioni e le armi, le speculazioni mondiali sulle materie prime, sono temi che pesano sulle relazioni e decisioni nazionali. Le osservazioni, inoltre, lanciate dopo il Cdm, non tengono conto nemmeno degli adeguamenti tecnici dei prezzi da calmierare. Oggi il decreto sarà sulla Gazzetta Ufficiale e i tagli scatteranno domani martedì. Ci sarà la riduzione di 25 centesimi delle imposte applicate sui carburanti. I dubbi però travalicano le scelte già fatte e si chiede di più.
La delusione di Confindustria
Il giudizio di Confindustria al varo da parte del Governo del decreto energia è di “Delusione”. “A fronte delle urgenti misure strutturali chieste al Governo sui prezzi energetici, Confindustria esprime forti perplessità, nonché delusione”, spiega in un comunicato la Confederazione, “l’indisponibilità ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti”. Altro rilievo degli industriali è la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette per gli imprese e il prelievo degli extraprofitti sugli operatori mentre “tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas”.
Subito un tetto ai costi
Secondo Confindustria l’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti porta a una limatura per soli 30 giorni di pochi centesimi di accise per litro: “Certo, è una misura rinnovabile nel tempo, ma l’effetto sul prezzo finale al consumo è ben inferiore agli aumenti in corso”, calcolano gli industriali, “Non si possono continuare a pagare accise sulla crisi di Suez del 1956 o sulla ricostruzione dell’alluvione di Firenze del 1966 per limitarsi ad alcuni esempi di un lungo elenco di Confindustria porta l’esempio del Portogallo che ha appena chiesto alla Ue la riduzione dell’aliquota Iva dal 23% al 13 per cento”.
Gas, dubbi sulla rateizzazione
La rateizzazione delle bollette per le imprese è ritenuta troppo breve e limitata “ai soli mesi di maggio e giugno”. Un piano accompagnato da garanzie pubbliche sui prestiti contratti per fare fronte ai maggiori costi delle imprese. Si tratta osserva Confindustria di “un meccanismo che da una parte non è immediatamente applicabile, dall’altra continua a inondare il sistema nazionale con misure che mal si conciliano con la logica dei flussi mensili, ma soprattutto generano indebitamento per gli operatori senza incidere sul reale problema del costo dell’energia per il settore industriale che questa disposizione non affronta”.
Extraprofitti, incostituzionali
Bocciato dagli industriali anche il calcolo dei cosiddetti extraprofitti degli operatori che importano e realizzano operazioni di “trading energetico”. “Per come illustrato nella conferenza stampa, cioè sulla base di indici presuntivi sull’Iva, visto che non è ancora dettagliato”, sostiene la confederazione degli industriali, “si espone nuovamente e oggettivamente al rischio di impugnative costituzionali”.
Gli industriali propongono
Oltre alle critiche Confindustria segnala quali misure sarebbero stata più efficaci. “Tutt’altro sarebbe stato”, fanno presente dalla Confederazione, “un tetto nazionale al prezzo del gas realizzato, invece, sulla base di un’operazione trasparenza sui contratti di import vigenti e sul loro prezzo reale rispetto a quello che si determina ogni giorno sul mercato spot. Tema sul quale va comunque apprezzato che ieri il Governo abbia dotato il regolatore Arera di poteri volti proprio a tal fine”.
Fiducia nelle scelte Ue
Dopo i rilievi Confindustria apre alle imminenti decisioni dell’Europa che potrebbero dare forza alle proposte discusse in Italia dal Fronte dei Paesi del Mediterraneo.
“Restiamo pienamente fiduciosi che al prossimo Consiglio Europeo il Governo italiano, insieme a quelli di Spagna, Portogallo e Grecia, avanzi misure di intervento comune e strutturale”.
I sindacati, subito un incontro
I leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri, scrivono a Draghi.
“Egregio Presidente, riteniamo urgente la convocazione di un incontro con le organizzazioni sindacali”, si legge nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, “per affrontare la difficile situazione economica, sociale, occupazionale che si sta determinando a seguito del drammatico conflitto in corso”.
Rischi per lavoro e pensioni
Per i leader sindacali l’impatto della crisi energetica, dei costi delle materie prime, su lavoro e pensioni, sono notevoli e vanno arginati. “L’aumento del costo delle materie prime e dei generi di prima necessità, la crisi e le difficoltà di interi settori produttivi”, si legge nella lettera, “hanno pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro e sui pensionati. Da qui l’esigenza di un confronto immediato che possa portare ad assumere misure capaci di tutelare le condizioni di vita e di lavoro del nostro Paese”.
Il coro dei partiti chiede di più
Al coro del fare di più si iscrivono anche i partiti. Il Pd dice sì alle scelte ma puntualizza con il segretario Letta, che bisogna essere pronti ad ulteriori misure. Forza Italia punta ad uno scostamento del deficit o con una spending review, in modo da avere più risorse da distribuire. Liberi e Uguali, con il leader Fassina ritiene che i possibili tagli agli utili delle imprese sugli extraprofitti siano troppi “timidi”. Il movimento 5S sollecita più coraggio nel sostegno alle famiglie per ridurre il caro bollette. Confcommercio chiede un intervento “più incisivo e duraturo”. Infine in una nota Assopetroli e Assoenergia spiegano che con il taglio delle accise i carburanti già immagazzinati con la vecchia accisa saranno venduti con la riduzione e quindi “subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico” con un “danno enorme per il settore distributivo” e annunciano – se non ci saranno indennizzi adeguati – una prossima mobilitazione.