Come ogni anno Eurojust, l‘unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea, traccia il panorama panpenalistico transnazionale dell’anno che si è appena concluso e i trend criminali che lo hanno caratterizzato. Anche il 2021 conferma la vocazione “transfrontaliera” delle reti criminali iniziata con il XXI secolo e il desk Italia chiude con un raddoppio dei casi.
La “globalizzazione del crimine” è un fenomeno molto allarmante nell’Unione europea, già documentato anche in altri rapporti di agenzie specializzate come l’Europol e al centro del Piano d’Azione dell’Unione Europea sulla prevenzione e il controllo del crimine organizzato. Si tratta della capacità di formare pericolose alleanze dentro e fuori il territorio europeo e che ha raggiunto una dimensione mai avuta prima. Un problema non solo del nostro continente ma mondiale. Internet e la tecnologia hanno dato al crimine organizzato nuove grandi opportunità e la possibilità di espandere i profitti illeciti. Per anni, l’uso di internet ha messo in crisi il sistema giudiziario e della polizia mondiale a causa della difficoltà di intercettare tali forme di comunicazione, fino a quando non sono state individuate soluzioni tecnologiche adeguate. Il crimine organizzato di oggi, dunque, non solo è transnazionale, con una vocazione globale, ma anche digitale.
La dimensione globale del crimine
Secondo il rapporto Eurojust l’80% delle reti criminali sono coinvolte in forme di crimini seriali, come la droga, il crimine organizzato contro la proprietà, la frode sulle accise, il traffico di esseri umani, le frodi online e altre, e il contrabbando di migranti; 7 organizzazioni su 10 sono attive in più di tre paesi; il 40% si impegna in più di un’attività criminale principale. La conferma della dimensione globale del crimine organizzato oggi è data dal fatto che più di 180 nazionalità sono coinvolte in attività criminali nella UE e il 65% dei gruppi criminali attivi nella UE sono composti da membri di più nazionalità.
La corruzione in criptovalute la più diffusa
I gruppi criminali possono contare su soggetti organizzati in rete, permanentemente e professionalmente dedicati al riciclaggio di denaro e in grado di adeguarsi ai cambiamenti sociali e normativi; un’ampia produzione e utilizzo di documenti falsi; fornitura di servizi a basso costo e/o beni illegali disponibili online, specialmente nel dark web; consulenti legali e finanziari, che possono assistere nella creazione di schemi di frode utilizzati per riciclare il denaro, attraverso persone giuridiche di comodo. Quasi il 60% dei gruppi criminali è impegnata in attività di corruzione che prende di mira i funzionari pubblici o settori specifici del tessuto economico. La moneta più usata per la corruzione sono le criptovalute, utili anche al riciclaggio del denaro sporco.
La pandemia COVID -19 e la conseguente recessione economica hanno peggiorato la situazione rendendo vulnerabili le imprese. Ciò può facilitare il prestito di fondi a quelle in difficoltà, creando dipendenza dai finanziatori criminali, che sono in grado di acquistare le aziende in crisi e beni illegali (droga, merci contraffatte e pedopornografia).
Droga, traffico di esseri umani e reati Mafiatype
Il traffico illecito di droga nell’UE è in forte crescita e rimane il più grande mercato criminale
dell’Unione, con un valore stimato di almeno 30 miliardi di euro all’anno. Il traffico di esseri umani (THB) riguarda vittime provenienti da tutto il mondo (a cominciare dai migranti economici) e comprende varie forme di sfruttamento, tra cui lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato. È un problema crescente negli Stati membri dell’UE, compresa l’Italia, e le autorità nazionali sono sempre più consapevoli della necessità di una cooperazione giudiziaria multilaterale per affrontarlo. Per quanto riguarda in particolare il nostro Paese, dei 170 casi che hanno coinvolto il desk di Eurojust Italia, 49 hanno riguardato i cosiddetti “Mafiatype” (Mafia, Camorra, Ndrangheta, Stidda, Cosa Nostra, Sacra Corona Unita), con una netta crescita delle organizzazioni di stampo ndranghetista.