Non è uno slogan pubblicitario: è la verità. Nel campo della robotica, la Svizzera è campionessa del mondo. “Se prendiamo i venti migliori laboratori al mondo, quasi il 25 per cento si trova in Svizzera, un Paese che conta otto milioni di abitanti”, dice Aude Billard, direttrice del Laboratorio d’algoritmi e sistemi di apprendimento del Politecnico federale di Lausanne (EPFL). Al primo piano di uno stabilimento futuristico situato nel vasto campus dell’EPFL, robot ed esseri umani convivono. La Svizzera non è specializzata nella fabbricazione di robot, che vengono assemblati soprattutto in Giappone, Corea, Cina, Germania o negli Stati Uniti. Le competenze elvetiche risiedono nella ricerca e nelle start up che si occupano di nuovi materiali, programmazione e intelligenza artificiale.
Il Fondo nazionale svizzero, organismo che su mandato della Confederazione sostiene la ricerca, ha riconosciuto l’importanza di questo settore già nel 2010 e ha lanciato il Polo di ricerca nazionale (PRN) in robotica che raggruppa sei Scuole universitarie e istituti sotto la guida dell’EPFL, istituto pioniere dell’IA.
La Svizzera eccelle anche nella robotica medica. È uno dei settori prioritari della ricerca del PRN. Il ventaglio di possibilità è molto ampio e va dai robot chirurgici ai microrobot inseriti nel corpo umano, alle protesi attive o agli esoscheletri che favoriscono la riabilitazione o ridanno una certa autonomia alle persone con mobilità ridotta.