Pericolosa escalation del conflitto che si estende verso la parte occidentale dell’Ucraina. Raid e bombardamenti russi hanno preso di mira il territorio più vicino al confine con la Polonia. Intensificati i lanci di di granate verso Kiev. La capitale ormai stretta nella morsa dei carri armati russi è pronta a resistere.
Giornalista Usa ucciso
Il diciottesimo giorno di guerra in Ucraina ha fatto registrare un drammatico crescendo di notizie, tra queste l’uccisione nei sobborghi di Kiev, da parte delle forze russe, di un giornalista americano del New York Times, Brent Renaud, grave anche un suo collega.
Colpito mentre filmava i profughi
Renaud, e il collega rimasto ferito stavano filmando i profughi in fuga da Irpin quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo ed è morto all’istante mentre il collega è stato trasferito in ospedale. “Siamo profondamente rattristati dalla morte di Brent Renaud”, scrive il New York Time, “Brent era un fotografo e un regista di talento che negli anni passati aveva collaborato con noi”.
Negoziati, spiraglio a Gerusalemme
Notizie frammentarie sono arrivate dal fronte dei negoziati. Secondo il Jerusalem Post la Russia potrebbe essere disponibile a incontri con l’Ucraina a Gerusalemme, come proposto dallo stesso presidente ucraino.
Vertice a Roma tra Cina e Usa
Importante incontro, invece, si terrà oggi a Roma tra il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Lo rende noto la Casa Bianca, sottolineando che l’incontro verterà anche sull’impatto della guerra della Russia in Ucraina, non solo “sugli sforzi per gestire la competizione tra i nostri due Paesi”. Sullivan incontrerà anche Luigi Mattiolo, il consigliere diplomatico del premier Mario Draghi.
Attacco alla base militare
Bombardamenti e razzi invece sono caduti ieri nella parte occidentale dell’Ucraina. A 40 chilometri della città di Leopoli. I missili hanno colpito la base militare di Yavoriv, utilizzata anche dalla Nato come centro di addestramento. Nell’International Center for Peacekeeping&Security operavano anche istruttori stranieri. Contro la base, sono stati lanciati 30 razzi e l’attacco ha ucciso 35 persone con decine di feriti. Sotto le bombe russe anche l’aeroporto della città Ivano Frankivsk, una località a pochi chilometri da Leopoli.
Armi chimiche, intervento Nato
A evocare l’intervento Nato è il presidente polacco Andrzej Duda. “Se mi state chiedendo se Putin possa usare armi chimiche, penso che Putin possa usare qualunque cosa in questo momento”, commenta il Duda, interpellato sulla possibilità che questo possa portare ad un intervento della Nato, risponde: “Certo, tutti speriamo che non osi farlo. Ma se usasse armi di distruzione di massa, questo sarebbe un cambio di gioco completo”.
Stoltenberg, non ampliare conflitto
“Non cerchiamo alcuna guerra con la Russia”. A ribadirlo è il capo della Nato, Jens Stoltenberg, contrario alla no fly zone sull’Ucraina. “Questo significa che le forze russe dovrebbero essere attaccate, il che comporterebbe uno scontro diretto e si rischierebbe un’escalation incontrollabile”. “La guerra va chiusa non ampliata”. Perentorio il commento del consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, “La Russia pagherà un prezzo alto se usa le armi chimiche”.
Kiev tra bombe e carri armati
La capitale si prepara all’attacco finale, con i carri armati russi che avanzano verso Kiev. Le immagini satellitari mostrano l’avanzata dei carri armati russi fino a una quindicina di chilometri dal centro di Kiev, mentre nuovi pesanti attacchi missilistici hanno distrutto una base aerea nei pressi di Vasylkiv, una trentina di chilometri a sud-ovest della città.
Popolazione allo stremo
La popolazione chiusa nella rete sotterranea della metropolitana di Kiev riceve gli aiuti internazionali di viveri e medicine, ma la situazione è sempre più grave. Fuori, l’esercito ucraino e i volontari civili continuano ad allestire barricate sulle strade e intorno ai monumenti e palazzi del governo.
Mariupol, città martire
Affacciata sul Mar Nero in posizione strategica tra Crimea e Donbass, è allo stremo per i continui bombardamenti, l’impossibilità di ricevere cibo e acqua, di far evacuare i civili, mentre gas ed elettricità mancano da troppi giorni.
Odessa, il coro di “Va’ Pensiero”
Le immagini struggenti dell’Opera di Odessa che canta “Va’ Pensiero” in strada, sotto la bandiera, hanno fatto il giro del mondo.
Altro sindaco rapito
Un altro sindaco ucraino è stato rapito dalle forze armate russe: si tratta del primo cittadino della città occupata di Dniprorudne, nella parte sud orientale del Paese, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. Il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina.