La situazione di quasi isolamento della pandemia e post-pandemia hanno fatto accrescere di molto i disagi di natura psicologica: dai disturbi del sonno a quelli alimentari, dalla difficoltà di staccarsi dalla rete e a quella opposta, di rientrare nelle relazioni sociali. Oltre ad ansia e depressione già molto diffuse anche in precedenza nel nostro Paese. I più colpiti sono i giovani, che hanno dovuto rinunciare alla naturale inclinazione ad aggregarsi. Circa il 50% della popolazione under 18 vive una situazione di forte stress psicologico secondo le statistiche dell’ordine degli psicologi.
Il bonus, un emendamento al Mille proroghe
Lo Stato ha, dunque, stanziato circa 20 milioni di euro per voucher fino a un massimo di 600 euro all’anno a persona con Isee non superiore ai 50.000 euro per sostenere le cure necessarie ad affrontare anche questo tipo di conseguenze del Covid 19. Si è trattato di un emendamento al Decreto milleproroghe, dopo l’esclusione dalla Legge di Bilancio, volto “al potenziamento dei servizi di salute mentale a beneficio di tutte le fasce d’età della popolazione, e migliorarne la sicurezza e qualità anche in considerazione alla crisi sanitaria causa dell’epidemia di Coronavirus”, a “rafforzare i servizi di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza, potenziando l’assistenza ospedaliera in area pediatrica e l’assistenza territoriale”, a “potenziare l’assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali” e a “potenziare l’assistenza a supporto delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”.
Venti milioni di italiani hanno problemi psicologici
“È evidente che il problema del benessere mentale non è più ‘privato’ e che si deve intervenire. Ecco perché il bonus psicologo, al di là delle cifre, è un segnale culturale. Ora serve una rete pubblica”. È il commento del Cnop che ricorda che come in Italia ci siano 20 milioni di persone con problematiche psicologiche, che, non potendo contare su una rete psicologica pubblica, ha considerato fino ad oggi queste cure come un lusso.
La “fatica di vivere” il male dei Paesi avanzati
Il World Economic Forum nell’ultimo report già all’inizio 2020 metteva il disagio psicologico tra le grandi emergenze dell’umanità. “Questa ‘fatica di vivere’ che impatta sulla psiche e crea malessere e stress cronico era il ‘warning’ già allora – spiega il presidente dell’Ordine degli psicologi, David Lazzari -. Nei Paesi ricchi sta diventando così diffusa che rischia di creare problemi di convivenza sociale. Figuriamoci dopo due anni di pandemia: la situazione è diventata strutturale ed è ancora più evidente negli adolescenti, la classe produttiva e dirigente di domani, dove il disagio assume forme eclatanti”.
Oggi in Italia, secondo Lazzari, al netto del 4,5% di popolazione che ha disturbi mentali veri e propri, nel complesso un 30% degli adulti presenta una situazione di malessere, disagio, fatica o dolore psicologico riconducibile a “distress”, cioè a una condizione di stress abbastanza accentuata.