Liberarsi dal gas e petrolio russo, sarà possibile ma solo per il 2030. Per farlo bisognerà aumentare l’efficienza energetica, l’uso di energie rinnovabili, diversificare le forniture di gas, ridurre l’uso di combustibili fossili nelle case, nell’industria e nel sistema energetico, e aumentare la produzione di biometano e idrogeno rinnovabile. Ventiquattro ore dopo il vertice sull’energia, tra il premier Mario Draghi e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, arriva il piano deciso dalla Commissione europea con l’obiettivo principale di eliminare la dipendenza dagli idrocarburi russi. I provvedimenti avranno una gittata di anni ma nel contempo nei prossimi mesi ci sarà un impatto su costi e investimenti.
Aiuti di Stato, più flessibilità
Altro punto strategico atteso dai Paesi dell’Unione è l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato. Il Consiglio permetterà che siano varate nuove regole a livello nazionale dei prezzi energetici, e nel
contempo sarà promosso lo stoccaggio di gas sul territorio europeo. Le nuove possibilità di aiuti a imprese e famiglie faranno da contrappeso al forte aumento dei listini dell’energia. La Commissione europea utilizzerà l’articolo 107 dei Trattati per consentire un uso più aperto degli aiuti di Stato con l’obiettivo: “di aiutare le aziende più colpite dalla crisi, in particolare quelle che stanno facendo i conti con costi energetici elevati”. È inoltre è allo studio dell’Unione la vendita congiunta di obbligazioni. Si tratta di Eurobond per contribuire a coprire le spese per l’energia e la difesa, in modo da contrastare le ricadute del conflitto in Ucraina.
Indipendenti dalla Russia
L’Europa prende quindi atto coralmente che bisogna diversificare l’approvvigionamento fino alla indipendenza energetica.
“Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, gas e carbone russi”, rimarca la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, “Dobbiamo agire per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare il nostro approvvigionamento di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione all’energia pulita”. Con un obiettivo in sintonia con la Transizione ecologica. “Prima passiamo alle energie rinnovabili e all’idrogeno”, evidenzia Ursula von der Leyen, “prima saremo veramente indipendenti e padroni del nostro sistema energetico”.
La guerra e i prezzi in crescita
Al quattordicesimo giorno di aggressione della Russia all’Ucraina, i mercati petroliferi e finanziari, sono sotto pressione con una rincorsa dei prezzi di gas e petrolio, accompagnati dal record di aumenti di
molte materie prime. L’escalation è da record il barile di petrolio ha sfiorato i 140 dollari, mentre la tonnellata di grano è salita a 435 euro, in aumento del 40%. La carta che l’Unione giocherà è l’Energy
Compact, che contiene una serie di misure, che spaziano dal gas allo sviluppo delle fonti verdi, con l’obiettivo di ridurre il più possibile la dipendenza dalla Russia. Questa prospettiva ha prodotto la discesa
dei prezzi del gas mentre prosegue la corsa verso i beni rifugio, con l’oro sopra i 2.000 dollari l’oncia.
Il piano Ue, tempi e stoccaggi
Secondo i calcoli della Commissione europea, il varo delle nuove norme sull’indipendenza energetica avranno tempi ed effetti ravvicinati. Le scelte potrebbero ridurre la dipendenza europea dal gas russo per due terzi entro la fine dell’anno. Per arginare il pericolo di una carenza o di un blocco di forniture di i gas durante il prossimo inverno, l’Unione presenterà entra primavera un testo legislativo che imporrà ai paesi
membri di avere riserve sotterranee piene al 90% al 1° ottobre di ogni anno. Un progetto che di avvarrà di un sistema solidale tra i governi nazionali.
La Russia minaccia chiusure
Il piano d’azione sull’energia approvato dalla Commissione europea ha innescato la replica di Mosca. Ieri il Cremlino ha ipotizzato che la Russia potrebbe essere pronta a bloccare le esportazioni di idrocarburi.
È quanto ha lasciato intendere il vice premier russo Alexander Novak. “Tenuto conto delle accuse infondate contro la Russia per quanto riguarda la crisi energetica in Europa e il blocco del gasdotto Nord
Stream 2, sappiamo di avere il pieno diritto di prendere una decisione ‘a specchio’ e di imporre un embargo sul transito di gas attraverso Nord Stream 1”.
Il peso dell’import nei Paesi Ue
L’Unione europea importa il 90% del suo consumo di gas, con la Russia che fornisce il 45% di queste importazioni. La stessa Russia pesa per il 25% delle importazioni di petrolio e il 45% delle importazioni di carbone.
Il caso Italia
C’è, tuttavia, un caso Italia, dove il peso dell’import di gas è notevolmente maggiore. Se dovessero venir meno improvvisamente le forniture di gas russo, sarebbe un problema per l’Europa ma un “disastro” per l’Italia. Per gli analisti il Paese subirebbe: “un collasso energetico”. La Russia, infatti, destina all’Italia ogni anno 29 miliardi di metri cubi, ed è il primo fornitore di energia. Per l’Italia sarebbe impossibile sostituirli tutti e in breve tempo.